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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   I. Anioni'.
   Non ci fermiamo poi qni a dimostrare, clic il cantili ni Aprnt.iense,, siccome Aprutium. equivaleva alla romana Interamnin e alla moderna Teramo, avendo noi ciò giù fatto in altro scritto (1) e compendiato più indietro nel capitolo primo (§§ 1 c '2).
   2. Ma più interessante è l'esaminare la lettera gregoriana del SOS. da noi data infine secondo l'ultima edizione critica del Hartmann (2). per quel che riguarda la patria di Anione. Finora s'era letto, anche col Trova (3): « Anio Comes Castri Aprutiensis Firmensis territori! » e s'era perciò il Firmensis territorii attribuito al nostro castello, interpretando che si parlasse del marchesato di Fermo, ove realmente si trovava allora la nostra regione. Il Hartmann, in una nota a quella lettera e che noi riportiamo a corredo del nostro documento I, scrive che il Troya « falsa lectionc faltus » attribuì il castello di questa città (di Aprutium cioè) alla diocesi fermana. mentre egli, seguendo una migliore lezione, espunge la parola « territorii », riferisce la rimasta « firmensis » alla persona di Anione e così reputa costui di patria fermano. Ora ciò sta bene in quanto alla diocesi: ma in quanto al senso politico del territorio, Aprutium era sempre allora nel marchesato di Fermo, e di ciò abbiamo detto abbastanza altrove nei luoghi or citati. Qui però è bene fermarci sulla parola Firmensis in quanto attribuita al nostro conte Anione, e certo se la lezione del Hartmann, senza dubbio la più critica sino ad oggi, è la vera, non può non dirsi fermano il nostro conte del tempo. F. sog-
   (1) Fu. Savini, Se il Castrum aprutiense, ete. p. 7. Firenze, 1892.
   (21 Hartmann, in F.pist. S. Ore;/, voi. IT, p. 90. (Ili il [on. Geno, htxtor.).
   (3) Trova, op. e loc. cit.