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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parte TI - I conti eli Apruzio.
   persuade, come uno «storico sì critico» cada in tale sbaglio di note cronologiche. Noi però lo spieghiamo facilmente col supporre avere il Delfico confuso il primo col secondo atto, dando a questo l'epoca di quello, e ciò tanto più, che in ambedue trattasi di cambi di terre seguiti fra le stesse persone.
   2. Passiamo ora all'esame dei due atti, ma non sminuzzandoli, come fa l'Antinori: giacché il lettor nostro non ne ha bisogno, potendone leggere il testo integro fra i nostri documenti (doc. Ili e IV) e anche le varianti aggiuntevi in nota. Col primo, datoci sul cartulario dall' l'ghclli (1) e recante il maggio dell'indizione nona e dell'anno primo di Guido imperatore, ossia dell'891 (doc. III), « Adelbortuin comitem de Aprutio fìlium «quondam loduini » o Lyoduini, secondo il Brunetti, o Lodoini, giusta il Delfico, cambia con Giovanni vescovo della « sedis S. Ecclesie Aprutiensis » vari beni nel casale di Fonte coperta (oggi Fonte del latte presso Castagneto), negli altri di Scapriano, di Sacrimano, di Petroniano (Putignano??) e di Cerreto, avendo invece dal vescovo col consenso de' suoi canonici (« primatis « sacerdoti bus de Episcopio») altre terre nei casali di Casoli, di Cesenil, di Ancariano iPiancarani ?) e di Ot-talano (Colle-Ottaviano, presso Pagannoni, suppone il Palma) (2). Comparvero nel cambio Perto scabino da parte del re e da quella del papa Pietro, arcidiacono e « vicc-dominus » ed inoltre tre buoni uomini: Lupo, Gri-maldo e Aldo; e lo sottoscrissero « Àdelbertus Comes », « Petro Sclabino», i tre suddetti uomini e i testimoni Atto e Benedetto «rogati ab Adelberto».
   (D Uohblli, op. e voi. cit. col. 345. (2) Palma, op. cit. voi. I, cap. XIX.