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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

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a cura di Federico Adamoli

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   III. Adelberto.
   75
   3. L'altro atto, pur presso l'Ughelli (1) e da noi riprodotto (doc. IV), dei 3 di maggio, dell'indizione XIII, dell'anno tv dell'impero di Guido e iri del figlio imperatore Lamberto, contiene altresì un cambio fra gli stessi, n Adelbertus (Alberto presso il Dclflco) (2) Comes de « Aprutio filius quondam Lodoym (Lodoini. ha il Del-« fico) (3) », cambia con Giovanni vescovo « Sede sancte « Aprutieusis Episeopii» nei casali di ('ampi (Campii?) «e di Tociaito (Tezzano?) terre dell'estensione di duemila e ceuto moggia, ricevendone, invece altre terre nello stesso casale di Tacciano, e poi dando e ricevendo negli ignoti casali di Coramano, di Arelliano. di Lippidio, di Pcseniano (Peteliano, giusta l'Antinori (4) e di Birgi-liano e nei noti casali di Castagneto, di Campii, di Sar-dinara. Intervennero come messo pontificio Alberto prete e mansionario, e come messo regio Solideto scabino, tre buoni uomini: Aimelfredo, Crespo e Teuderico e i testimoni Pertefuso, Teuto e Lupo; tutti sottoscrissero, meno il prete Alberto.
   Questi atti mostrano da una parte le buone relazioni, che intercedevano nel secolo ix, giusta i precetti carolini succitati (d, § 29), tra vescovo e conte e dall'altra i vasti possedimenti goduti allora e dalla chiesa e dalla corte aprutina.
   (1) Uohelli, op. e loc. cit.
   (2) Delfico, op. e loc. cit.
   (3) Delfico, ibid.
   (4) AxTiNORr, op. cit. ad an. 894.