IV. Manfredi.
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lario della cattedrale mentovato prima di Adalberto, e senza badare agli anni dell'atto, lo crede erroneamente anteriore a quest'ultimo, svista che rileva pur l'Anti-nori (1).
2. Non sappiamo perň se v'ha nesso genealogico tra Manfredi e l'antecedente Adelberto e ci spiace elio il conte Manfredi, mentre parla del padre, della madre e della moglie, non ne dia i nomi; e. chi sa forse, che nel nome del padre non avremmo letto qnello di Adelberto? Ma passiamo all'esame del documento, clic direttamente lo riguarda.
3, E questo una donazione del 026 riferita per intero dall'Ugholli (2) e su costui da noi qui in line (doc. V , nella quale appaiono chiari l'anno c il regnante di l'go re d'Italia, ma non il mese, nň l'indizione: forse polla solita inesattezza delle trascrizioni ughelliane. Con essa « Manfredus Comes» per la salvezza dell'anima sua, di quelle del padre, della moglie e della madre, dona alla chiesa di S. Maria « quo sita est in territorio « Aprutiense in locum ubi Interamnes vocatur » (cioč la cattedrale). Scapriano col castello di Vetiea. con Fo-ciliano, Comeociano, e. appellandosi agli editti de'Longobardi, che rendono immutabili le donazioni ai luoghi santi e agli ospedali, e, stabilendo, che uč tingo, uč tan-negildo si paghi da essa chiesa, chiama su di sč e sugli eredi, che volessero infirmare tale donazione, le maledizioni del cielo e la pena temporale di mille mancusi d'oro. Aimone giudice e notaio rogň «Aprutio», cioč in Teramo, 1' atto, a cui sottoscrissero come testimoni Tebaldo, Tesmaro e Giovanni.
(I Antisom, op. e loc. cit. in nota.
(2) Uqhei.li, Italia s/ era, in A/iru/iu. voi. I.