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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   HI
   Parte II - I a'riti ili Apruzio.
   del seguente anno 976, tenuto in «Plano Ancariani », cioè Piancarani nel territorio apruziense e redatto in Teramo (« actu.ni in Aprutio ») nel luglio dell'anno nono dell'impero di Ottone e nella quarta indizione e clic noi riferiamo in tutto la sua lunghezza nell'appendice (doc. VII). Ivi dunque, innanzi ad « Acto et Alkeri Co-« raites, et Benedictus et Murino et Guarneri iudiees » e a Oizo, Pietro, Tersidio e Giselberto « Gastaldi de « Aprutio » e ad altri, vennero Adamo abate di Ca-sauria e il suo avvocato Azzo di Gisone con una char-tula dei 13 aprile dello stesso anno contenente una permuta di beni col vescovo aprutino Pietro, e alla quale questi non voleva più stare e in cui, col consenso dei primati sacerdoti, ossieno canonici, dava all'abate una corte chiamata Paco tra il fiume Tordino e il rivo Loz-zarello (1), nel territorio apruziense dell'estensione di 950 moggia, e ne riceveva un'altra di nome Fabbrica nel territorio pennese. V'intervengono, come messo pontificio Lupone arciprete con tre « boniset veraeibus ho-« minibus estimatoribus » Lupo, Grimaldo c Pietro di Germano figlio di Lupone; sottoscrivono l'atto Pietro vescovo, Aldo scabino e no taro e il suddetto arciprete Lupo: consentono Pietro PresOyter, cioè canonico e primicerio, Gualtieri « Preshyter et Defensor» ed altri canonici. L'abate Adamo ricorre perciò alla giustizia per l'esecuzione di tale permuta da parte del vescovo Pietro e del costui avvocato Adalberto del fu Portone, e, Pietro riconoscendo la verità del fatto. « Acto et Alkeri Comites « cuiu suprascriptis iudicibus » confermano il contratto e danno il possesso all'abate di Casauria, Adamo scabino e notaro roga tale atto, cui da ultimo sottoscrivono «Atto Comes. Alkeri Comes et Petrus Castaldius».
   (l'i II Pai.ma (op. cit. voi. I, cap. XXI, in line) legrge, non sappiamo perchè: Lnrciiinello.