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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'urte II - I conti di Apruzio.
   VII! ATTONE HI, CONTE DI APRUZIO
   Sommario: 1. Costui appare nipote di Attorie I e quindi figlio del precedente Attone II. - 2. Come nipote del primo e qual conte siede e giudica nel placito del 990.
   1. Se il ragionamento ora l'atto corre, noi dobbiamo reputare costui figlio del precedente Attone II e nipote di Attone I ed inoltre associato, certo in giovane, età per morte immatura del padre, nel dominio all'avo. E questo sarebbe stato il caso previsto dalle leggi di Corrado il Salico (1), le quali ammettevano nell'eredità il nipote nato dal figlio, in luogo del padre premorto, quando il feudatario non avesse lasciato prole.
   2. Attone III dunque è per noi queir « Acto comes « et nepote », che con l'avo Attone I e col vescovo aprutino Pietro giudicarono nel placito del 990. da noi esaminato al luogo di Attone I (n. VI, § 7). Notiamo inoltre, ch'egli si sottoscrive a pie' di tal placito del 990 nello stesso modo e subito dopo dell'avo nella seguente forma: «f Atto Comes ibi fuit», come il lettore può verificare nel fac-siinile fototipico, che noi diamo di quest'atto. Diciamo: si sottoscrive; ma un cotal dubbio nasce dalla forma delle sottoscrizioni, giacché in queste, mentre alcuno dice « ibi fui », altri invece pone « ibi fuit », tutti però facendo precedere la croce al proprio nome, quasi ad indicare, che adoperi il « fuit » chi fa solo il segno
   (1) Conradi, lib. III, Li'//. Longoburd. tit. Vili, d- beneficas, I. 4.