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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IX. Attone, IV.
   assumerne il titolo, come non lo assumono altri conti di Apruzio in simili circostanze, e come invece lo prendono in questo stesso placito del 1056 i conti di Fos-sombrone, di Ancona e di Chieti, che giudicano appunto fuori del proprio territorio. Se poi Gerardo (che nel placito del 1056 appare solo come messo e conte del papa Vittore II, reggente allora per Enrico III il ducato di Spoleto e la marca di Fermo, in cui era il no stro Aprutium) nel placito del 1057 si fa innanzi qual conte di Ascoli e di Apruzio, e senza che verun conte col titolo di queste due regioni vi appaia, noi spiegheremo tal fatto col supporre, che nel placito del 1056 Attone fosse tuttora conte di Apruzio (e si noti che ivi manca quello di Ascoli) e che subito dopo fosse per qualche ragione, che ora non indagheremo, privato della sua contea. Da ultimo soggiungeremo, che lo scorgere nel placito del 1057 Gerardo, il quale nell'anno ante cedente appare soltanto messo e conte del papa senz'altro, conte di Ascoli ed insieme di Apruzio. c'induce ad arguire, ch'egli fosse stato investito appunto in quell'anno delle due contee, e forse temporaneamente, cioè sino al ritorno degli originarli conti, che non tarderanno a ricomparire.
   2. Se dunque Attone IV fu di questa famiglia, è uopo stimarlo figlio o almeno consanguineo di Attone III: nè poi agevolmente si può reputarlo identico a costui giacché, apparendo Attone III sin dal 990, è assai difficile signoreggiasse ancora nel 1056.
   3. Ed ora al placito del 1056, che parla di Attone. il IV della nostra serie e che riporteremo in line (doc. X). Esso è assai importante e per sè stesso e perchè vi assistette, a due chilometri a nord-ovest da Teramo, nel castello di Vitice. ora piano di Aicola, lo stesso pontefice Vittore II. incaricato dall'imperatore Enrico III del