Stai consultando: 'La Contea di Apruzio e i suoi conti Storia teramana dell'Alto Medioevo', Francesco Savini

   

Pagina (97/286)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (97/286)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Parte II - I conti ili Apruzio.
   governo d'Italia e particolarmente del ducalo di Spoleto e della nostra inarca di Fermo, come nel placito stesso si dice. Con lui sedevano Stellino giudice anconetano, Adamo giudice chietino, Trasmondo conte di Ciiicti, Berardo conte di Ancona, Pietro conte di Fos-sombrone e, qual messo del papa, «Gerardum coinitem saura», parecchi altri e, per ultimo nominato « Acto «comes», che noi stimiamo il nostro Attone IV. Innanzi a tutti costoro richiamavasi Pietro vescovo aprutino, coadiuvato nella causa dai vescovi Bernardo di Ascoli e Guglielmo di Umana, pel possesso del castello di Vitice, a lui rapito da Teutone e da' costui figli. Il papa Vittore II, udite le parti ed i giudici, investì il vescovo di Teramo di quel possesso « et l'ecit mittere « bandum de parte Regis Enrici et de sua parte», minacciando delle solite pene i violatori di tale sentenza. Rogò l'atto «in Aprutio » nel luglio del 1056, dell'indizione nona. Adamo « Iudex Teatensis » e lo sottoscrissero i vescovi di Rimini, di Ascoli e di Umana, « Trans-« mundo Comes Teatense », « Petrus Comes », « Berardus «Comes», parecchi altri e da ultimo «Petrus Episco-«pns», ma non il nominato conte Attone.
   4. Qui sarebbe il luogo di chiudere la rubrica del quarto Attone se la menzione di un conte Antonio intorno al 1050 fatta dalla cronaca farfense (1) non desse al Palma (2) un «più sicuro indizio» di un conte aprutino di tal nome. Narrando dunque quella cronaca delle usurpazioni patite dal monastero di Farfa nella contea aprutina. si duole che « Mario Abbas tenet curtein S. Fe « licis de Pedugnano (S. Felice, chiesa ancor parroc-
   il) Chron. Farfense, ap. Muratori, Ber. Italie. Script. par. II, tom. II, p. 423.
   (2) Palma, op. cit. voi. I, cap. XXII, in fine.