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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   IX. A Itone IV.
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   « chiale di Putignano, presso Teramo), quam habuerunr « fllii Guazonis Properaria, qui vendiderunt Antonio «Corniti, et ipso Comes dedit Petro fi 1 io Arduinci, et « ipse dedit tìlio Tedeinarii, qui modo dederunt S. Qui-«rico». Ora. deve ammettersi agevolmente, che qui si tratti di un conte di Apruzio e non di altro territorio, per la semplice e solita ragione, che un conte d'allora, di cui non si citi la contea, dee ritenersi signore di quel territorio appunto, ove segue l'atto. Inoltre il Pietro d'Ardengo qui nominato è proprio quello stesso, che in un atto del 1052 del cartulario aprutino. riferito dal Brunetti (1) e dal Palma (2), è detto « maior oinni-« bus Aprutiensis Comitntns» e mostrato insieme usurpatore (del resto pentito in punto di morte) dei beni della chiesa aprutina.
   E sul fatto non si ha a ridire. Ma noi dubitiamo si tratti proprio di un conte a nome Antonio e per l'epoca, in cui, se è vero ciò che dicemmo qui sopra, fioriva il IV Attone e non poteva dominare un altro, e pel nome di Antonio insolito nei nostri conti e da ultimo pel facile scambio di tal nome con quello di Attone. Vogliamo perciò credere piuttosto, che il fatto dal cronista far-fense attribuito ad un conte Antonio sia da riferirsi ad un conte Attone, che sarebbe appunto il nostro Attone IV. Inoltre potremmo trovare, se non sembrasse soverchia sottigliezza, un altro argomento ed insieme trarre un'induzione storica, con l'addurre, come motivo dell'or supposta rimozione papale di Attone IV dalla contea di Apruzio, la costui usurpazione di beni ecclesiastici qui sopra narrata.
   (1) Brunetti, Mss. cit. cat, IV, fase. 29.
   (2) Palma, op. e loc. cit.