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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

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a cura di Federico Adamoli

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   l'arte li - I conti di Apruzio.
   XII. ATTONE V, CONTE DI APRUZIO
   Sommario: 1. Rientra nell'avito dominio con Attone. V l'antica casa dei conti di Apruzio. - 2. Appare figlio di un Attone, che dev'essere il IV succitato; e si confuta il Brunetti, che lo crede nato da Ugo Malniozzetto. - 3. Si analizza l'atto, con cui nel 1101 il conte. Attone figlio di Attone dona a Farfa la chiesa di S. Martino di Morro. -
   4. Si dimostra che costui fu proprio il nostro Attone V. -
   5. Esame del solenne placito del 1108, in cui costui esercita la piena giurisdizione di un conte regionale.-G. Esame del terzo documento del 1116, ove Attone V si mostra alto feudatario, rinunziando ai suoi diritti coinè tale a prò del vescovo aprutino S. Berardo.- 7. Attone V appare anche in una. donazione del 1116, per l'assenso a questa, come alto feudatario.
   1. Eccoci rientrati nella serie degli Attoni e quindi nell'antica famiglia dei comi di Apruzio, dopo una doppia interruzione nota di un mezzo secolo, cioè dal 1056, ultima epoca di Attone IV (n. IX, § 3), fino a questo Attone V. che ci appare per la prima volta nel 1101 e come figlio di un Attone. Inoltre il segnarsi nella donazione del 1101 il regnante di Eurico ed il chiamarsi nel placito del 1108 la podestà dei Normanni prima « nequissimam » e poi «recedenti;» ci dimostrano due cose: che quell'invasione ora già cessata nel 1101 e che la casa degli Attoni era tornata all'avito dominio dopo l'interregno di un conte papale e di un altro uorinanuo, di Gerardo cioè (n. X) e di Ugo Malmozzetto (n. XI).
   2. Tutto ciò dunque o il dirsi il nostro nella donazione del 1101 figlio di Attone ci devono bastare a ere-