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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

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a cura di Federico Adamoli

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   XII. - A!Ione V. 101
   derlo nato, per ragione di epoca, di nome e di dominio dal suddetto Attone IV. Il Brunetti invece dalla notizia dataci dal cronista di Carpineto e di sopra da. noi riferita (n. XI, § 2) dei sette figli lasciati da Ugo Mal-mozzetto e dalla morte di costui, seguita intorno al 1100. trae (1): « cuius unum filium credimus Actonem ». L'Alitinoti (2), riferendo tale opinione, la dice meritevole di ponderazione; il Palma però più giustamente nota, che un normanno, come un figlio del Malmozzetto. non potea chiamare iniqni.ssi.mo il potere della propria nazione e crede quindi Attone dell'antico sangue longobardo dei conti di Apruzio (3).
   3. Il nostro Attone appare in quattro importanti documenti del secolo xii, sebbene nel primo con qualche dubbio. Il primo è appunto una donazione del regesto di Farfa, già edita dal Fatteschi (4) e recentemente ripubblicata (5), del gennaio del 1101 dell'indizione IX e del 15° regno di Enrico, ma senza indicazione di luogo. Con essa «Atto comes Attonis filius» dona al monastero di S. Maria di Farfa (che aveva molti beni nella nostra regione) la metà della chiesa di S. Martino di Morro (« Morrus ») con tutt'i libri, paramenti, incensieri, con le decime, le terre e con tutte le pertinenze. Rogò l'atto il giudice Salomone e lo sottoscrissero «Acto « Comes » e i testimoni « Bonus Comes filius (iualteri et «Petrus filius Transarici et Petrus filius Berardi».
   4. Per verità in questa donazione mancano: il titolo della contea di Attone, il nome della regione ov'era la
   (1) Brunetti, Mss. cit. categ. I, n. 3, p. 2.
   (2) Astinori, Mss. cit. Vesroro ili Teramo, ad an. 111(1.
   (3) Palma, op. cit. voi. I, cap. XXV, in fine.
   (4) Fatteschi, Mem. di'./ duchi di Spoleto, doc. CXY,
   (5) Her/esto di Farfa, voi. V, doc. 1312, p. 298, Roma, 1892.