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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   XIII. Enrico. 10'7
   XI11. ENRICO, CONTE DI APRUZIO
   Sommario: 1. Fu fig-lio di un Attone e si argomenta primogenito del precedente Attone V. - 2. Non si oppone a ciò la vicinanza della menzione di costui nel 1116 a quella del figlio Enrico nel 1122. - 3. Appare nel 1122 con cinque altri suoi fratelli esercitare un atto di autorità comitale in una conferma di donazione di feudi alla chiesa aprutina, ma col titolo di conti aprutini solo egli e il secondo fratello. - 4. Cosi pure in un altro atto dello stesso anno di conferma e di difesa a prò della detta chiesa. -
   5. Si spiega perchè solo i due primi s'intitolassero ponti. -
   6. Loro sangue longobardo.
   1. Costui appare nel celebre cartulario della chiesa aprutina uno dei sei tigli del conte Attone. clic, per ogni ragione dev'essere il precedente. Nè si può dubitare di tal menzione, giacché tanto il Brunetti quanto l'Antinori ne trassero identici i nomi, la paternità e l'ordine da quel prezioso registro ora perduto, come vedremo e cioè: Enrico e Matteo conti aprutini, Roberto, Guglielmo, Attone e Tancredi. Il Delfico (1) però cita solo i due primi conti e su lui anche il Palma (2\ che non fa motto degli altri quattro fratelli e solo più avanti (3) parla dei conti Roberto e Guglielmo, ma reputandoli diversi da quelli, e supponendo anzi questi due (arbitrariamente però, siccome vedremo) di sangue
   (1! Delfico, op. cit. p. 26.
   (2) Palma, op. cit. voi. I, cap. XXVI, in fine.
   (3) Palma, op. cit. cap. XXVIII, in principio.