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Parte II - I cinti di Apruzio.
normanno. È ovvio poi credere Enrico primogenito per esser egli nominato negli atti comitali primo fra i suoi fratelli.
2. Abbiamo detto, cheil padre di Enrico c de' cinque costui fratelli dev'essere stato il predetto Attone V. Né a creder ciò fa difficoltà la troppa vicinanza del 1116, in cui appare costui, al 1122, quando ci si fa innanzi Attone VI; giacché dobbiamo rammentarci, che, per la lunga interruzione patita dalla casa degli Attoni dal 1056, cioè al 1101 (n. XII, § 1), Attone V dovette occupare già vecchio la sede comitale, e quindi i figli non poterono tardar molto a succedergli in questa.
3. Veniamo ora al documento, che parla autenticamente (sebbene l'originale non esista più oggi) di Enrico e de' suoi cinque fratelli e che il Brunetti e l'An-tinori trassero l'uno da un esemplare de) cartulario c il secondo da un altro, giusta l'opinione dell'Antinori, la quale discuteremo qui appresso. Ma, per l'importanza della cosa, riferiamo qui ad. Litteram le due menzioni. Il Brunetti (1) dunque così trac la sua dal foglio 75 di quel registro: « Henricus et Matteus qui «ambo Aprutini Comites appellantur, Robertus, G-uil-« lclinus, Acto et Tancredus hi oinnes fratres anno 1122 « assentiunt donationi factae per Fantolinum de Nereto « Ecclesiae Aprutinae » L'Antinori (2) a sua volta toglie dal cartulario, ma alla pagina 53, la stessa carta di concessione pel giudice Landrico, dell'anno 1122, della li1 indizione, scrivendo cosi: « Egli (il vescovo S. Be-« rardo) fece altri acquisti e di tutti ne ottenne poi « la conferma col titolo al solito di donazione dei due « fratelli Enrico e Matteoaniendueaun tempo Conti Apru-
(1) Brunetti, op. e loc. cit.
(2) Antinori, op. cit. ad an. 1122.