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l'urtit li-I conti di Apruzio.
sti termini: « Frater Henrici iamdictus Matteus Comes «prestitit Episcopo Aprutino servitium prò Forcella «anno 1128». L'Antinori (1) poi ne dà un'analisi compiuta tracndola dal foglio 68 di quel registro e intitolandola «Breve recordationis an. 1128. indit. VI». Noi. attesa l'importanza di tale carta, e spiacendoci non poterne dare l'intero testo fra i nostri documenti, ne trascriveremo il sunto con le stesse parole dell'Antinori. che sappiamo tradurre piuttosto che riassumere gli atti del cartulario: « (^ucl Vescovo (Guido) », scrive egli dunque, « ricevette dal Conte Matteo il servizio di tutia «Forcella, onde perciò ricevette in ominio (2) Leonio « di Leonio, cui diede in feudo la terra di S. Andrea da « lui tenuta sulla Salaria, oltre a quella, che tenevano « EJperino e gli uomini di lui, eRainiero, Morello e Pie-« tro di Roberto. Promise esso Leonio, quando venisse «alla milizia, un buon mantello, un palafreno, o pure « un destriero e una lorica, qualunque di questi gli «piacesse, prestando quello, e gli credi servizio alla «Chiesa. Morendo però senza legittimo crede, si dcvol-« vesse a quello il Castello colle pertinenze. Concedette « ancora, che se i figli di Trasuiondo rendessero nel « tempo costituito Morro ad esso Leonio, quello avesse « libera licenza dal Vescovo di rendere Forcella a loro, «oltre a quanto il Vescovado ivi teneva, sotto condi-« zione, di tenere da allora in poi a fedeltà di S. Maria, « e ili caso di bisogno promise di dare a lui cento bi-«zanti per ricupero della terra, se mai ne soprabbou-« (lasse il prezzo. Conseguentemente morendo esso o gli « eredi senza prole, Morro ritornasse alla chiesa in pro-«prietà: come pure nel caso di qualche delitto; il che
(1) Antisom, op. cit. ad an. 1128.
(2) Omaggio.