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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   XIV. Matteo.
   « s'intendeva doppiamente, cioè se il Vescovo gli rito-« gliesse Forcella o Morro, dopo che lo avesse riavuto, «e procedesse alla cattura di lui senza misfatto, il c.-i-« stello divenisse proprietà di Leonio. quanto volte fra « quaranta giorni non si emendasse, e vicendevolmente « se Leonio o gli eredi facessero misfatto contro la « Chiesa o il Vescovo, e dentro il consimile termine non «emendassero, tatto il castello ritornasse alla Chiesa. « Del resto il Vescovo a lui promise aiuto, se alcuno ? attentasse d'invadere o di levare a lui Forcella, o « Morro e di dare a lui un ospizio in S. Flaviano per « ricetto ».
   In que.sto documento pel fatto nostro ò solo da notarsi, che il conte Matteo, alto signore feudale nel territorio aprutino, prestasse servizi, appunto di natura feudale, al vescovo di quel territorio, che abbiamo veduto anzi ricevere conferma da questo stesso conte di acquisti e di donazioni feudali. Ma ciò non arrechi meraviglia. giacché, per l'intreccio de' possessi e de' diriiti feudali d'allora, potea ben seguire, che in Forcella il conte Matteo tenesse la terra, di cui si trovava già barone il vescovo.
   In due altri documenti, che sono diplomi imperiali, si fa menzione del conte Matteo, siccome già defunto: sono riportati dall'Ughelli (1) ed il primo è pur compendiato dal Brunetti (2). Col primo dei 14 di marzo del 1150 Corrado II re dei Romani conferma a Presbitero, vescovo di Ascoli, fra altro, la donazione «quam « Mattheus Comes Aprutiuus ex testamento» fece al detto vescovo ed alla chiesa ascolana di tutta l'eredità di Almerrado e di Gualfredo esistente nel castello di
   (1) Ugheuli, Italia sarra, in Asc>ilan.
   (2) Brunetti, Mera. inss. cit. categ. IV, n. 31, p. 9.
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