XN'. Roberto I.
125
9. Ed egli era davvero potentissimo. Il nostro conte Roberto fu senza dubbio quegli, che, fra tuli' i suoi, spinse a più alto grado di potenza la sua famiglia e durò forse più d'ogni altro nel governo della contea, giacché di lui trovansi. come vedremo, le menzioni dal 1122 al 1161. La dimostrazione della vastità de'suoi dominii, che lo poneva a capo di tutt' i feudatari del regno, sta nel celebre catalogo de' feudi normanni, la cui epoca, già materia di discussione fra gli storici, è ormai assicurata pel (Japasso(l) tra il 1154 ed il 1161. Ivi difatti egli appare stender la sua alta signoria feudale non solo sull'originaria contea aprutina, ma su parti notevoli delle vicine di Ascoli e di Penne. Ciò mostra altresì il grande favore, che godeva presso la nuova dinastia conquistatrice, malgrado ci fosse, come abbiamo dimostrato e checché ne pensi in contrario il Palma, dell'antica longobarda o almeno franca casata de Aprutio'.; e deve mostrar pure la cagione dell'alto favore e la quale non potea esser altra clic l'aver seguita per tempo la fortuna de' principi normanni, come si è detto (§ 5), e come del resto avevano operato altri signori degli antichi ducato di Puglia e principato di Capila ed anche dello smembrato ducato di Spoleto, di cui sino allora era stata parte la contea aprutina.
10. Esaminiamo dunque qui per sommi capi, e tanto quanto basti ad ottenere una piena cognizione del territorio e dei diritti posseduti dal conte Roberto, quel prezioso catalogo, che integramente e sui migliori codici riporteremo in fine (doc. XVIII), per quanto, s'intende, riguarda i feudi del nostro Roberto. In esso sotto il titolo de Aprutio si comprendono alquanti paesi delti) Cacasso, Su/ catalogo dei feudi e feuilatnri normanni,
pp. 35-42. Napoli, 1870.