XV. liob-rto I.
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Nel terzo territorio, di Penne cioè, Roberto possedeva direttamente o indirettamente i seguenti 25 feudi: Atri, Trignano, Aquilano, Tossicia, Colledonico. Preeo-striano (?), CInarino, Cermignano, C'ollemaggio, Cati-gnano. Civitaquana, Carpineto, Brittoli, Petra-iniqua (oggi Pietranico), Cugnoli, Cretano (?), Montebello, Ri-palta (?), Andravano (?), Ginestra, Collesecco, Monte-secco, Torresano, Fabbrica (?), Fara.
11. In quanto al valore, a dir così, feudale di tutte queste terre, esso risulta dal numero totale dei militi, ossieno, uomini a cavallo, e dei serventi (serviantes). ossieno fanti: i primi erano, giusta il nostro documento, 398 e i secondi 716; in tutto dunque una milizia di 1114 uomini. In quanto poi al valore economico, questo si fa chiaro dal sapersi, che ogni feudo di un milite rispondeva all'annua rendita di 20 once (si sa che ogni oncia equivale a 25.50 delle lire attuali). Nessun altro conte o feudatario di quel catalogo avea tanti uomini a' suoi ordini e quindi è uopo dire, che il conte aprutino Roberto era allora il primo feudatario del regno.
12. Per ciò che riguarda il grado, egli godeva il supremo, giacché, fuor della famiglia regnante, non v'avea allora nel nuovo stato dignità più eccelsa di quella di conte. Non pertanto in quel catalogo, come può ognuno osservare, appaiono due grandi classi di baroni: quelli, che traevano i feudi immediatamente dal re (come il nostro eonte Roberto e qualche altro); i suùcr/xsalli o valvassori che gli avevano in servizio dal conte. Il Palma intanto dal caso di Attone Todino, che, come di secondo grado, prestava il servizio al conte Roberto e insieme ridava il feudo La Troia a Rainaldo della Troia, che a sua volta cedeva parte di Montino a Todemaro della Penna, argomenta due altre classi di baroni: la terza composta di quelli, che possedeano feudi al modo del