Stai consultando: 'La Contea di Apruzio e i suoi conti Storia teramana dell'Alto Medioevo', Francesco Savini

   

Pagina (133/286)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (133/286)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   128
   Parie II - I coni/ di Apruzio.
   della Troia, e la quarta degli altri, che li teneano nella guisa del della Penna.
   13. Del resto la più importante considerazione da farsi su questo catalogo è di natura, topografica. Difatti noi scorgiamo in essa (doc. XVIII), sotto la denominazione de Aprutio, comprese terre appartenenti ai contadi di Ascoli e di Penne, pur apparendo in questi come tali. Ciò mostra, che il nostro conte esercitava la sua giurisdizione, almeno feudale, fuor della contea aprutina. Inoltre l'essere l'Aprutium nel catalogo indicato nella parte «de lustitia Corniti® Boemundi de Ducatu», cioè del conte Boemondo di ManoppelJo nel ducato di Puglia (che, col principato di Capua, costituiva allora le due grandi divisioni del novello regno) mostra, che, come non esisteva ancora la circoscrizione per provincie, cosi in quanto all'amministrazione suprema della giustizia Aprutium, dipendeva dal giustiziere Boemondo. Dunque allora vigeva soltanto la divisione degli uffici e senza stabile sede: di giustiziere, per l'amministrazione della giustizia e di camerario, per quella delle finanze.
   Dopo questo grande ricordo della potenza e dei diritti del conte Roberto di Apruzio. non possediamo ulteriori notizie di costui, e quindi, chiudendo qui la sua rubrica, possiamo passare a quella di suo fratello Guglielmo.