XIX. Rinaldo I. 137
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esattamente ed integralmente tutta quella parte, che riguarda il nostro Rinaldo, il quale vi appare sin dal 1170 e vi continua a comparire tino intorno al 1193.
3. In quanto ai documenti, il primo, che, a nostra saputa parli eli Rinaldo è un rescritto di presso il 1172 del re Guglielmo II di Sicilia, che noi pur daremo in fine (doc. XIX). Quel principe, per le rimostranze di Leonate abate di S. Clemente a Casauria, ordina a « Rainaldo Corniti Aprutii fideli suo » che vieti per l'avvenire agli « homines de terra tua» le « multa ininsta ». che essi avevano fatto agli uomini e ai possedimenti di quell'abbazia. E che egli fosse poco lenero dei beni monastici, vedremo anche nelle pagine, che qui esamineremo, della cronaca di Carpineto.
4. Essa infatti ci narra, che poco dopo il conte Rinaldo « Aprutii » chiamatosi offeso, che l'abate Oliviero di Carpineto si fosse rivolto, per una causa di possesso, ai regi giustizieri e non a lui. alto feudatario di Carpineto, giusta il catalogo normanno da noi riportato (doc. XVIII), scacciò i monaci dal convento e depose l'abate « violenter». E qui noteremo, clic il conte aprutino. come deponeva, cosi pure installava, siccome vedremo, gli abati di Carpineto. Allorquando poi alcuni de' villaggi di Carpineto e di Ofena tentarono di abbattere un casale eretto in Somato dall'abate Oliviero ed essendone da costui impediti, si rivolsero al conte, questi. « pecuniae avidus», distrusse non solo quel casale, ma anche lo stesso Carpineto, ed estorcendo altresì la somma di oltre cento bisanzii. da chi non narra la cronaca, ma certo dai monaci, di cui si racconta l'alto lamento. Ed ecco intanto Rinaldo apparirci vendicativo ed avaro. Morto però poco stante, nel 1180, l'abate Oliviero, il successore Boemondo portossi a Palermo per giurar fedeltà al re Guglielmo II, e ne ottenne lettere al conte Rinaldo