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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte II - I conti ili Apruzio.
   conte presso S. Giovanni in lìalneo nel campo del maresciallo Testa, ch'era a capo della spedizione imperiale per l'occupazione del regno, stabili di tutto restituire al monastero, prendendolo anzi sotto la sua protezione e costituendo il suo contestabile Gualtieri di Camarda esecutore di quella restituzione. Questa però non potè subito costui porre in atto, perchè impeditone dai sunnominati Riccardo e Federico di Brittoli, « quia «dolor est deserere quoci delectat», riflette il cronista. Nondimeno, tornato il Camarda con un ordine più efficace « fortioris mandati » nel giorno solenne di Pentecoste, intorno all'anno 1100, rimise tutto in potere dell'abate di Carpineto.
   Frattanto il conte Rinaldo, seguendo l'esercito di Enrico VI, trovavasi con lui all'infruttuoso assedio di Napoli nel 1101. E n'e pruova il diploma di quel principe a favore del monastero di Montecassino dato da Acerra ai 21 di maggio del 1191 (1), ove tra i testimoni appare « Comes Raynaldus Aprusci». Se non che uscito dal regno lo svevo, il re Tancredi si affrettò ad occupare le contee di Penne e aprutina e, come scrive il cronista di Carpineto, « Comitcm Raynaldum Aprutii «dominio suo subdidit»: il che vien confermato dalla cronaca di Riccardo da S. Germano, che narra di Tancredi: « in Aprutium vadit, Comitem Raynaldum obsi-« dct. curnque ad suam redire fedclitatem cocgit (2). Ed i monaci di Carpineto respirarono allora ed anzi ottennero da re Tancredi lettere di protezione.
   òcellanei,di vescovi, abati ecc.,appositamente percontati, nulla sul proposito si rinvenne, cosi abbiamo dovuto rinuuziare a tale uostro desiderio.
   11 Gattola, op. cit. voi. I, p. 269.
   (2) Rvcc. de S. Germano, CIiioii. ad. an. 1191, in Mon. Gemi. /lisi. Scriptorum, toni. XIX, p. 325.