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Parli' Il - I conti di Aprii zio.
naldo (1), perchè il podestà durava ad Atri nell'ufficio solo un anno, siccome a Perugia, sulla cui costituzione era foggiata quella di Atri (2). In ogni modo è certo, che almeno una parte di quelle lettere sieno dirette al nostro Kinaldo. Ma quale criterio, soggiungeremo qui noi, ci guiderà a reputar dirette a Rinaldo piuttosto le une che le altre? Ecco: noi stimiamo più probabile, che a lui sieno indirizzate quelle due, che qui sopra abbiamo esaminate e dal Sorricchio riporteremo in li ne nella loro integrità (doc. XXVII e XXVIII) (il che del resto pensa anche FAntinori) (3), per una ragione, diremo cosi, di decoro. Dalla data, che esse portano e che è posteriore a quella della lettera di legittimazione dei natali di Rinaldo e del fratello Roberto (doc. XXVI), noi argomentiamo, che il papa Innocenzo IV, prima di affidare a.Rinaldo l'onorifico ed importante ufficio di podestà, stimò necessario, o almeno decoroso, toglierne l'ombra della illegittima nascita. Così dunque noi. e per siffatta ragione e per l'altra, che, cioè, quell'ufficio non si esercitava allora oltre un anno, reputiamo dirette a Rinaldo solo le due lettere del 1253, che riferiamo in fine (doc. XXVII e XXVIII).
5. Se non che proprio in quell'anno 1253 ebbe fine la dominazione pontificia nel regno, giacché l'imperatore Corrado, sbarcato nel 1252, riuscì nell'anno seguente a risollevare la sua autorità quasi dappertutto in esso, se non in Atri e in qualche altra parte d'Abruzzo, come provano i documenti atriani (4). In ogni modo, intorno a questo tempo dovettero aver termine pel nostro Riti Sorricchio, op. cit. p. 74.
(2) Sorricchio, op. cit. p. 58.
(3) Antixori, op. e ioc. cit.
(4) SouRreuHio, op. cit. doc. XI1-XV dal 12.>5 al 1256.