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La Contea di Apruzio e i suoi conti
Storia teramana dell'Alto Medioevo
Francesco Savini
Forzani & C. Tipografi del Senato, 1905, pagine 271

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   a) Gualtieri di Pai/lima. KiT
   cilia in un diploma di Federico II del 1229 a favore del vescovo di Ascoli e elio il Brunetti rinvenne nell'archivio di questa città (1). Non deve dunque stupirsi chi nel 1248 lo vede caduto in disgrazia di Federico II e da questo spogliato, e più tardi rimesso in istato dal pontefice. Quel che invece deve sorprendere, si è lo scorgere Gualtieri fornito, oltreché dell'avito titolo di conte di Manoppello. di quello altresì, nuovissimo e finora inudito in casa di Pagliara, di conte di Apruzio (Apritiii). Difatii, se Innocenzo IV avesse voluti) dare quest'ultimo titolo a qualcuno, questi sarebbe stato senza dubbio il nostro Monaldo de Aprutio, che avea perduta l'omonima contea appunto per aver favorito la parte pontificia nel regno; e tanto é ciò vero. che. allorquando sedici anni più tardi si porse l'opportunità eli nominare esso Monaldo, un altro papa, l'rbano IV, lo disse: « Muualdi Comitis Aprutini », come prova la lettera di questo pontefice del 12    (1) Bui netti, fem. iiisn. d«' inoiiduirri, p. 2, ap. Pai.ma. op. cit. voi. I, cap. XXVI. Non possiamo conferire questa notizia del Palma nelle carte originali del Brunetti,