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ragone di r io clic essa fu
e di quello che ora è
si arguiscano trtte le migliori speranze per la prosperità futura della provincia.
Periodo anteriore al 1817.
In quell'epoca la viabilità era perfettamente nulla; al di fuori delle strade che avevano lasciate i Romani
e di cui non rimaneva si può dire che la memoria
non si era fatto altra costruzione
anzi siccome il mantenimento di quelle strade era stato completamente trascurato
cosi non esistevano più come vere strade rotabili
ma come tracce delle medesime: nel Mi dio Evo poi si era perduto 1' uso della ruota e non si sentiva [ ' retò il bisogno delle vie rotabili.
Questo stato di cose non era però particolare alla nostra provincia
ma in grado più o meno diverso generale per tutta Europa dove i germi che la civiltà romana aveva disseminati culle proprie strade
erano rimasti inattivi e senza sviluppo
li primo risveglio in questa via l'abbiamo in Francia dovr nel diciottesimo secolo si iniziò la costruzione delle strade a regola d' arte con una rete di 40 mila chilometri
il cui costo fu preventivato in 800 milioni di lire. Le altre nazioni però ron imitarono che molto tardi il buon esempio; ed è cosi che anche da noi si è rimasti tino al principio del secolo attualo senza nulla intraprendere in questa via.
L- comunicazioni erano quindi difficilissime ed avevano luogo per vie mulattiere o per sentieri ; il commercio
priv • di questa leva potente
non poteva fiorire
ed i prodotti nostri si consumavano e si sperdevano sopra luogo. Egli è cosi clic-tanta ricchezza giaceva senza valore.
Le principali comunicazioni avevano luogo fra: Teramo Penne
e di là per S. Valentino; indi fra Teramo e Giulia; Teramo e Campii; Teramo - Notaresco - Atri.
Delle strade romane non esistevano nella provincia vere vif consolari o militari
ma solo diramazioni o prolungamenti d' ile medesime.
Infatti le vie consolari che attraversavano tutte quelle regioni antiche dell' Italia che si comprendevano nella parte oggi