__ dedica
XIV
dov'è sincerità, onestà, dove mancano i secondi fini, ivi il
lavoro è proficuo.
E così di discorso in discorso di questa natura si faceva baio: ed era un dispiacere per tutti e due il doverci separare. Ma si doveva promettere il tornare e fissare il giorno del ritorno; nè si poteva mancare, perchè con quei tratti di cordialità abruzzese, vi mandava a prendere con la sua carrozza. Ma queste conversazioni dovrebbero ritrarsi più a modo, che potrebbero dar materia a buon libro, e oggi se ne scrivono molti di questa fatta, su di un salotto di campar gna. La materia c'è, ci vorrebbe Parte, che non facesse invidiare la bellezza dei luoghi dove il salotto è posto. Ma come che sia, torneremo altre volte su questo argomento, perchè carissimo e desideratissimo è l'uomo, che ne occupa la prima e principal parte: la luce vivissima che alle nostre contrade veniva da lui non c'illumina più, almeno le carte ne serbino qualche riflesso!
Ora, Marchesa, la parola è a Lei dopo quella dello zio e ce lo ricorderà insieme ai suoi figli e al Marchese che tutti quanti assistevano ai discorsi sapienti di lui quando una eletta di visitatori veniva ad osservare, a studiare la cantina e i campi fatti coltivare, sotto la sua guida, dal Senatore. Ella circondata dai suoi cari faceva gli onori di casa e invitava a sedere e a conversare. E qui il conversare era vario e spesso in più circoli si animava la discussione e si passava da un argomento all'altro, da un'ora all'altra, fino al tardi. E tutto sì vario com'era stato il giorno, vario d'argomenti e di luoghi, dal campo alia cantina, da questa al giardino e alla villa secondo il tempo e la stagione. E il circolo spesso era non solo vario ma anche numeroso, chè non di rado vi venivano a fine d'istruzione intere classi di scuole dogm grado guidate da direttori e da capi d'istituti. Ecco,