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Italia e all'estero di vedere le sdente applicate alle arti, all'in-
dustria, al commercio. La sua scienza in prima fu pei campi
e presto per lui, .fonte di sapere fu gabinetto, museo, officina.
L'agricoltura quindi e tutte le culture affini attrassero l'opera
del Deviucenzi. Cittadino, esule, deputato, senatore, ministro
intese a tradurre ogni sua attività intellettuale in opere di bene
pubblico e di progresso nazionale.
Questa sua continuità d'azioni e di opere apparve mcrari-gliosamente estesa dalla scuola alla società, dalla vita privata alla vita pubblica, dal cittadino al deputato, da questo al ministro.
Ma questo ed altro si è già scritto ed è superfluo ripetere in questa breve introduzione alla ristampa.
Le sue opere scritte sono riuscite tutte di una grande efficacia, chè tutte avevano la nota pratica illuminata dalla luce della scienza. Disseminavano bene attorno e producevano grandi effetti nell'armonia dei loro principii e nelle prove e riprove dilla loro bontà. Sua vita durante, corsero dal primo all'ultimo scritto, dalla prima all'ultima prova, dalla prima all'ultima applicazione corsero un tre quarti di secolo, dal 1835 del secolo XIX ai primi anni del XX.
Malgrado tanta distanza di anni e tante ragioni varie di dire e di scrivere, pure v'è sempre un filo conduttore che mena a varie branche di opere collegate insieme e a comode divisioni volute dalla natura delle materie.
Dalla primavera più florida al piìi gelido inverno della lunga sua vita tutto appare svolto e raccolto come in un quadro di vaste proporzioni. Mai l'occhio come la mano, la teoria come la pratica escom dal gran quadro. Tutto serve al Devmcenzi a designarlo e a colorirlo. Oggi il lettore e lo studioso delle opere lasciate da lui se lo vedrà sotto gli occhi scorrere questo quadro va pagine vive e piene di magistero utile ancora alla vasta e molti-Jorue cultura dei campi e delle arti affini.