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giuseppe devincenzi
L'editore a chi legge.
Fra gl'interessi materiali non ve ne ha forse a questi giorni per tutte le civili nazioni alcun altro più urgente nò maggiore di quello delle strade ferrate. Onde vediamo pressoché tutti i governi rivolgersi a queste nuove opere con alacrità quasi da non credere, e tutti i popoli ardentemente desiderarle come il loro maggior bene. Gli Alemanni nel loro poetico linguaggio dicono esser le strade ferrate come una nuova redenzione largitaci dalla Divina Provvidenza per riscattarci dai flagelli dell'ignoranza, della barbarie, della guerra e della fame. E certo non vi ò strumento di civiltà e di social benessere più potente di questo celerissimo mezzo di trasporti degli uomini e delle cose. Ma se la quistione delle strade ferrate è importantissima per tutti gli altri Stati, è vitale oltre ogni credere per l'Italia in generale, e più particolarmente per questo nostro Regno, complicandosi in essa la maggior quistione commerciale de' tempi nostri, quella cioè delle grandi vie del traffico orientale, che per servirci delle parole di un chiaro diplomatico straniero '), è stato e sarà sempre la sorgente perenne delle ricchezze e la più sicura base della potenza marittima delle nazioni.
Crediamo adunque far cosa grata a tutti coloro i quali danno opera agli studi sociali mandando fuori fra noi un discorso su questo gravissimo argomento dei nostro esimio scrittore Giuseppe Devincenzi diretto al Ch. O. Gigli, e per la prima volta venuto alla luce in Roma nel principio del passato anno nella Locomotiva,2) che era l'organo di una delle più utili e lodevoli associazioni che mai siasi tentata in Italia, e eli cui anche la memoria resterà gloriosa 8). Il quale discorso e per l'importanza della materia e pel
*) Enrico Wheaton già Ministro a Berlino degli Stati Uniti di Ame-
rica. Vedi The Merehants Magazine by Hunt. New-York, 1843. Oct.
2) Non è esatto che la pubblicazione della « Locomotiva » del 1847 in
Roma sia la prima edizione mentre è la seconda, giacché la Lettera al Gigli
fn inserita per prima nel Gran Sasso d'Italia come si legge in questa
Eislampa a pag. 386.
8) Intendiamo parlare della Società Nazionale delle strade ferrate pontificie, i cui fondatori furono i Ch. Ottavio Gigli, Princ. Cosimo Conti, Marc. 0. Antinori, cav. P. Provinciali e F. Cerotti, composta dei più rag-