358
giuseppe devincenzi
delle ferrovie in Italia, e elio farà plauso a qualunque disposizione che tenda alla loro più pronta attuazione.
Nelle condizioni attuali non è da fare alcun assegnamento sopra altre società concessionarie.
Sperare sopra nuove concessioni sarebbe ora solo perdere un tempo prezioso. Il Governo dovrà dunque costruire a suo conto; e quando le condizioni saranno mutate, se si crederà più convenevole, si potrà, ed a migliori patti, far concessioni. Però non può lodarsi mai troppo il Governo che, accettando la rinuncia dei concessionari delle strade ferrate da Napoli all' Adriatico, ha disposto che immediatamente siano intrapresi i lavori sopra molti punti delle linee. Ed io avviso che, anche meglio che le armi, i lavori delie strade ferrate contribuiranno a rendere la tranquillità a quelle provincie.
*
Ma quanto al sistema generale da seguire ora per la costruzione di quelle ferrovie, credo che non potremo far meglio che di adottare il medesimo sistema che abbiamo adottato pel tronco da Ancona al Tronto. Di buoni costruttori non manchiamo in Italia. Non pochi studi di massima par sieno stati fatti specialmente pei varchi degli Appennini; e quei che restano a fare non credo po tranno richiedere, se si considera la natura dei luoghi, gran tempo. Gli studi particolarizzati si farebbero dai costruttori, che si avvarrebbero di ingegneri privati, di cui per certo non patiamo difetto. E così il personale tecnico del Governo potrebbe bastare a compiere gli studi di massima ed all'opera della sorveglianza e della revisione. Ma siasi pure che gl'ingegneri del Governo non fossero sufficienti a compiere gli studi di massima, ben si potrebbe delegare parte di questi studi ai valorosi nostri ingegneri privati.
Ammesso dunque che facilmente il Governo potrà provvedere così agli studi di massima come alla sorveglianza de' lavori, e che si voglia concedere la sola costruzione, come si è fatto pel tratto da Ancona al Tronto, io dividerei queste strade nei seguenti lotti: