NOTE ED AGGIUNTE
AL II0 VOLUME DELLA RISTAMPA
Nella vita operosa del Devinceuzi dai primi agli ultimi anni v*è uua notevole laguna di opere edite, un decennio, dal '49 al '59. Il fatto si spiega con la forzata lontananza dalla patria, c M'esilio in Inghilterra, col suo stndio assiduo non tanto in astratto, nei libri, quanto in pratica, nell'esperienza della vita presente e passata degli Inglesi, nuovi romani dei tempi moderni. La fede d'una nuova Italia unita e indipendente lo reggeva nei suoi studi e lo preparava a divenire quell'italiano che fu nel risorgimento della patria. Le condizioni infelici d'Italia e dei suoi governi consigliavano il silenzio del decennio. E fu profondo dinanzi al pubblico, tranne la corrispondenza epistolare dei suoi familiari e di pochi amici e compagni d'esilio sparsi per l'Italia e pel resto dell'Europa. Però il suo lavorio fu grande nel segreto dei disegni dei patrioti, devoti alla santa caosa d'Italia.
Proprio nel mezzo del decennio, nel 1855 viene fuori una invenzione, una scoperta del Pevinccnzl, che interrompe il lungo silenzio. Egli ne scrive una memoria in francese e l'intitola « Électrographie ou Nouvel Art de graver en rclief sur Métal ». La manda all' " A-cadeuiie des scienccs, Institut Impérial (le Frauce ». Questo l'accoglie e la fa esaminare dall'eccellente artista M. Chatillon in una col-l'altro M. Pioti, che fecero " subire à la planche par M. Devineertzi et en notre présence, toutes les préparations décrites ».
La prova fu felice e tre scienziati di prim'ordine, Chevreul, Sé-guier e Becquerel, commissari dell' « Academie » penetrati « de l'ini-portance pour los arts de la découverte du procédé de M. Devin-cenzi » propongono d'inserire « dans le Recueil de Savants etranger> le Memoire » del nostro Abruzzese.
L' « Academie des sciences » nell'ultima seduta dell'anno 31 Dicembre l'accoglie favorevolmente e la Memoria viene stampata a Parigi nell'anno seguente.