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GIUSEPPE DE VINCENZI
a cui per le circostanze speciali del paese nostro o per la poca conoscenza della linga italiana all'estero, non è aperto così vasto campo come ai periodici inglesi e francesi.
Due altri vantaggi ha recati al pubblico la legge postale, quelli cioè che si riferiscono al trasporto del denaro per conto del pubblico, sia assicurando valori nelle lettere, sia coll'emissione dei vaglia.
Le lettere assicurate sono certamente un gran benefizio e lo dimostra eloquentemente lo sviluppo preso da questo servizio. Difatti nel 1862 le lettere assicurate furono in numero di 16,289 per lire 14.578.920, e nel 1870 crebbero a 137.556 per lire 101.886.601.
Ma esse sono ad un tempo un pericolo permanente per l'amministrazione, la quale preferirebbe di gran lunga di vedere accresciuto, anche più di quanto già è, lo scambio dei vaglia, comecliè questo offra minori pericoli e possa essere vigilato più facilmente.
Del servizio dei vaglia si parlerà più a lungo in un capitolo speciale.
Finalmente la legge medesima, accennando alla franchigia del carteggio ufficiale ha fatto luogo al regio decreto del 30 giugno 1864, che stabilì le forme e i limiti della franchigia medesima.
Ragionare sulla opportunità della franchigia postale sarebbe impresa troppo grave in sì ristretti confini. Non sarà però fuor di luogo l'accennare che gli oggetti trasportati in franchigia come appartenenti al pubblico servizio sono ormai saliti alla somma di 31.152.011.
Ma la semplice enunciazione di questa cifra, per quanto essa non lasci di parere enorme, com'è realmente, non basta a chi voglia misurarne l'importanza non già con precisione, ma soltanto con minor lontananza dal vero.
Due osservazioni convien fare a questo riguardo, cioè che i due terzi degli oggetti che compongono la cifra suddetta debbono considerarsi come equivalenti ognuno in media a 6 lettere semplici, e per l'altro terzo come eguali a non meno di 20 lettere per cadauno.
Di qui si vede che immensa quantità, che enorme am-