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GIUSEPPE DE VINCENZI
sci visivamente alla estensione dei rapporti, allo scambio dei commerci, alla diffusione dell'istruzione e dell'incivilimento. Fu giocoforza invece curvarsi continuamente sotto il peso di nuove e sempre pił stringenti riduzioni di persone e di cose, e gli sforzi dell'amministrazione dovettero tendere unicamente all'aumento delle rendite, affinchč la posta potesse finalmente bastare da se stessa alle proprie spese ed arrecare all'erario il proprio tributo.
A questo compito non ha fallito l'amministrazione, e le cifre che stanno qui appresso notate dimostrano come nel decennio ora caduto ed anno per anno essa abbia percorso continuamente un ciclo ascendentale nelle rendite, e discen-dentale nelle spese:
Anni Rendite in lire Spese in lire
1862 ..... .... 11.944.793 21.740.226
1863 ..... .... 12.508.148 19.042.005
1864..... .... 12.720.365 18.054.721
1865 ..... .... 14.541.157 17.763.229
1866 ..... .... 15.433.939 16.824.662
1867 ..... .... 15.452.440 16.498.681 ')
1868 ..... .... 15.820.607 16.366.992
1869 ..... .... 16.765.151 16.180.861
1870 ..... .... 17.305.179 17.012.638 2)
L'amministrazione delle poste ha quindi ottenuto, non solo il pareggio delle proprie spese colle rendite, ma un sopravanzo di entrata netta.
E questo risultato fu raggiunto restringendo naturalmente ogni capitolo di spesa, specialmente quello del personale; modificando a questo scopo pił volte il proprio ordinamento, creando la seconda categoria degli impiegati, e da ultimo sopprimendo le direzioni compartimentali e sostituendovi quelle provinciali. Nč gli altri cespiti di spesa furono omes-
') In questa cifra sono comprese le rendite e le spese per la Venezia.
L'aumento di sposa deriva dall'annessione della provincia romana, ove si dovette subito stabilire il servizio a seconda dell'ordinamento del regno, senza che le rendite potessero naturalmente compensale immediatamente la spesa.