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Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   lavori pubblici
   4 5
   appena venti anni di vita, metà della quale trascorsa durante lo smembramento della penisola, e metà dopo la sua avventurosa unione in unico Regno.
   Dove fosse giunta nel primo*decennio abbiamo detto-ora ci tocca a dire del secondo.
   Primo pensiero dell'Amministrazione italiana fu quello di estendere il benefizio del telegrafo a tutti i capi-luogo di Prefettura e di Sotto-Prefettura, di unificare i regolamenti, di formare una sola famiglia del personale telegrafico e di sopprimere tutte le tasse territoriali, sostituendo loro la seguente misura di tassazione, cioè: per telegrammi di 15 parole, lire 1 fino a 100 chilometri; lire 2 fino a 250; lire 3 fino a 450; lire 4 fino a 700; lire 5 fino a 1000; cosicché, sulla situazione precedente, miglioravasi di circa tre quarti per quanto riguarda la tassa imposta alla circolazione delle corrispondenze telegrafiche nell'interno del Regno. Né in minor proporzione era il vantaggio conceduto dalla tariffa italiana allo scambio dei telegrammi fra l'Italia e l'estero ed al transito di quelli che, attraverso l'Italia, si scambiavano fra contrade straniere.
   E questo stato di cose miglioravasi sensibilmente per la tariffa interna nel 1864, e per quella internazionale nel 1865, quando alle zone di tassazione summentovate si sostituivano, per l'interno, due sole zone, una di 100 chilometri, dell'importo di lire 1,20 per un telegramma di 20 parole, ed una di qualsiasi maggiore estensione, del costo di^ lire 2,40 ; mentre la tariffa internazionale riduceva a sole 3 lire la tassa italiana, tanto terminale quanto di transito, consentendo anche parecchie eccezioni di più favorevole trattamento, le quali, nel 1868, ebbero anche una maggiore e-stensione.
   Gli specchi che seguono addimostrano in quale misura, nelle varie provincie costituenti il Regno, siasi estesa la telegrafia durante il decennio.