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Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   società dei viticoltori tffl
   vuole avere il buou vino, deve mettere la prima cura nella buona scelta della vite. Abbiamo sentito ripetere da alcuno nello stesso convegno tenuto presso il Ministero di agricoltura, che qualunque qualità di vite possa in una regione favorevole alla coltura della vigna produrre buon vino; alla quale strana asserzione gravemente rispondea il conte di Roveseuda clie seuza il pinot la Borgogna non avrebbe i suoi celebri vini e che solo dai suoi ottimi vitigni Bordeaux ritraeva i suoi. Ed ò ornai un assioma presso l'universalità degli enologi, che il buon vino nou possa farsi che con un unico vitigno di buona qualità, o al più con due o tre buoni vitigni i cui mosti si amalghino in modo fra loro da produrre un gusto unico, come derivasse da una sola vite. Dal non mai troppo rimpianto barone Bettino Bicasoli, che come fu il primo fra gli enologi italiani, così non fu il secondo fra tutti i nostri statisti che a quel miracolo d'uomo che fu il conte Camillo di Cavour, più di una volta sentii ripetere, che egli altro merito non aveva avuto in enologia che di aver compreso come l'industria dei vini intelligentemente esercitata potesse addivenire la sorgente principale della ricchezza e potenza d'Italia, e di aver determinato dopo lunghe prove la esatta proporzione nella miscela dei mosti dei tre ottimi vitigni, che avea avuto la ventura di rinvenire nei suoi possedimenti, per farne un vino che non acquista che un unico gusto, come se derivasse da una sola vite, il Broglio. Ed egli scrupolosamente facea fare la miscela dei mosti con sette decimi di sangioveto, due di canaiolo ed uno di malvagia.
   Ma spesso le viti tramutate da uu paese ad un altro, e da una ad altra terra perdono o acquistano delle qualità. Le mie vigne sono situate su colline in provincia di Teramo, quasi nel centro d'Italia, più o meno a prossimità del mare Adriatico. Quando mi decisi a piantarle non avea alcun consiglio a prendere intorno a me. Le infinite varietà delle viti che in quel paese si coltivano, dopo brevi ricerche non mi lasciavano alcuna speranza di scelta. Quindi raccolsi in Italia e fuori quante più varietà pregiate di viti potei avere e la collezione che ancora conservo, ne è numerosa di più cen-