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GIUSEPPE DE VINCENZI
ragone di quello delle secoude B, iu più da 3 a 4 per mille di acido e da 5 a 6 per cento in meno di glucosio. Questi tre mosti ridotti poi, col medesimo sistema, a vino resero auche più manifesti gli effetti della differenza della coltivazione; e chiaro si vide, come uuitamente alla buona natura del vitigno concorra la boutà della coltivazione a produrre il buon vino. Dei tre vini, che derivavano da queste coltivazioni sperimeutali, quello di A era ottimo, un vero vino superiore; quello di B mezzano, un buon vino comune; quello di G in fiue detestabile, un vino debole ed abbondante di acidità, di quelli che non servono che a nuocere alla salute. E l'ottimo di quei vini A soleva rappresentare una produzione di circa 50 ettolitri l'ettaro; il mezzano B di 33 ed il detestabile C di 22, e sempre decrescea. E vuol considerarsi che per la maggiore profondità dei lavori preparatori e dei lavori di coltivazione auuuale le spese di B e di C furono di gran lunga maggiori di quelle di A.
E perchè si comprenda ove possa giungere la differenza delle coltivazioni per la diversità delle pratiche, che si seguono, ne giova notare come noi coltiviamo non piccola estensione di terreno a vigne; giacché molti nou prestano fede ai piccoli esperimenti, sebbene sieno i più esatti e precisi. Anche noi piantammo alcune vigne profondamente, quando non eravamo stati istruiti dall'esperienza, ma presto uscimmo dalla cattiva via, e poi ne abbiam piantato non poche superficialmente. E di queste ne coltiviamo già da 70 a 80 ettari. Sono piantate e coltivate precisamente come Tesperimento A, ed in gran parte sono dello stesso vitigno, il Malbeck; nè i vini sono dissimili di quello delle viti A. Ci possono servire dunque di un utilissimo studio. Io mandai all'Esposizione universale di Bordeaux nel 1882 il mio vino di Malbeck col nome di Collemarino, come mandai l'altro dei tre vitigni del Ricasoli col nome di Cologna, e ve ne mandai di vari anni. Si richiedeva in quella Esposizione che ai vini si aggiungessero i prezzi. Feci stimare i miei vini a saggiatori di Bordeaux noti per la loro grande capacità, e siccome da ogni espositore si richiedeva « su che volesse principalmente richiamare l'attenzione dei giurati