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Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   GIUSEPPE DE VINCENZI
   e sopra ogni ettaro di lire (1,50 X 10,50) 24,75. Ma l'autore non calcola nulla per rassicurazione del ricolto contro gl'infortuni, per cui certo non potrebbe bastare la lira 1,50 il quintale, che non risponderebbe che ai 10,42 per cento sul capitale assicurato; ma poniam pure che bastasse per facilitare i nostri computi, il proprietario, oltre l'interesse del 5 per cento, non avrebbe alcun altro beneficio sull'impiego dei suoi capitali nella coltivazione della vigna. Ed ove il proprietario non trovi a vendere l'uva, ecco che gli avviene. Seguendo sempre i computi del Oinelli, dai quintali 16,50 di uva, dopo la muta di marzo, tenuto conto del vino conservato, non ne trae che ettolitri 9,51 di vino, che gli torna a lire 27,87 l'ettolitro, ossia a lire (27,87 X 9,51) 295,08 per ettaro. Ma non essendosi venduto il vino a Viterbo dal 1865 al 1880 in media che a lire 27,25 l'ettolitro, ne risulta una perdita di lire (27,87  27,25) 0,62, cui aggiuntovi solo anche la insufficiente quota di assicurazione di sopra, la perdita ammonta a lire (0,62 + 1,50) 2,12 per ett., e per ogni ettaro coltivato a vigna a lire (9,51 X 2,12) 20,16. E vuol considerarsi che in questi conti economici nulla si mette per gli accidenti e per tutte le perdite non rare nella vinificazione; che come per le vigne, così per le cantine, gl'interessi dei capitali fissi e circolanti impiegativi non si calcolano che al 5 per cento, e, che è più, che col tremendo nemico della fillossera, che abbiamo a casa, si assegna alla vigna 60 anni di vita, durante il qual periodo si stabilisce una rata di ammortamento di lire 5,16 annuali per ettaro pel capitale impiegatovi di lire 1823,58. E la rendita della terra, netta d'imposte, non si computa che a lire 35 l'ettaro, che colla perdita che si fa coll'industria del vino, come testò vedemmo, rimane a lire (35  20,16) 14,84, senza calcolare l'insufficiente rata di assicurazione. Ed il proprietario per godere di questa rendita (lire 14,84 per ettaro) deve pagare per imposte lire 27,36, ossia deve vendere i due terzi del suo ricolto. Ma non vuole lasciarsi di por mente, che questi son conti fatti sulle medie, e se le medie tornano bene agli scrittori delle statistiche, spesso tornano male ai proprietari delle terre ed ai coltivatori; perocché con ren-