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GIUSEPPE DE VINCENZI
E ciò faceudo daremo la più bella prova, che come testò sapemmo ricuperare Vindipendenza e la libertà, così sappiamo ora riconquistare la nostra antica potenza economica, Perchè questa società torni a vero vantaggio del paese, l'universale deve sentirne il bisogno; ed è dovere dei primi soscrittori, che spontanei han risposto ad un generale invito, di richiamare l'attenzione degli altri su ciò che essi immediatamente han compreso. Senza un gran numero di aderenti, come sopra osservammo, e giova qui ripetere, cosiffatte associazioni non possono essere di verun vantaggio; se saremo pochi, la nostra opera sarà vana; e perchè solo i molti, che entrano per una via, possono spingere un paese ad una grande riforma, e perchè acciò i soci ricevan vantaggio dal centro dell'associazione, che è come l'anima e l'ente direttivo che informa e dà moto a tutto, questo deve poter disporre di grandi mezzi. Anche 5 o 6000 soci col concorso governativo, che certo otterremo per la utilità grande della cosa, daranno alla Società un bilancio annuale di circa 200 mila lire; e solo con un simile bilancio si può cominciare a fare qualcosa di serio. Quando io proposi al ministro Berti la istituzione di questa Società, quasi contemporaneamente amendue esprimevamo il medesimo concetto, che ci venne spontaneo alla mente; e questo fu che « o bisognava fare qualcosa di veramente serio, o fosse meglio di non far nulla. » Ed io sono sempre della stessa opinione. Abbiamo già troppe istituzioni sventuratamente in Italia, che par che vivano a bella posta, come dicemmo, per assonnare il paese col farci credere che provvedono ai nostri bisogni, mentre di fatto non vi provvedono nè punto, nè poco, per non crearne un'altra di simil fatta. Il paese ha bisogno di realtà e non di apparenze; e ne ha bisogno urgentissimo, perchè gravissime sono le nostre necessità. E se mai noi coi nostri amici ci fossimo ingannati, il che auguro non sia, affermando nel Convegno dei produttori del vino, quando proponemmo questa nuova Società, che vi fosse un vero risveglio in Italia in fatto di viticoltura e di enologia, specialmente dalla parte dei grandi possessori delle terre, in questo caso noi stessi proporremmo di arrestarci ai nostri