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Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   società dei viticoltori ,, ».
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   primi passi e di smettere; perocché in simili cose è ansai meglio di far nulla che di far male. Varrà meglio di attendere che questo bisogno sia generalmente sentito e dire. Forum et lutee olim meminisse mvàbit, che compromettere una tanto utile istituzione. Pel bene del paese noi peraltro speriamo di non esserci ingannati. Ma io ho sentito il bisogno di manifestare chiaramente il mio animo, pronto a dedicarmi con tutte le mie povere forze, che ancora mi rimangono, a vantaggio della nuova istituzione, se nasce veramente vitale, o a rientrare nelle mie cure ordinarie, ove non mi vedessi intorno gran copia di cittadini desiderosi del privato e del pubblico bene, che solo possono rendere vitali cosiffatti istituti; e però mi sono indotto a fare questa pubblicazione.
   Nel Convegno del Ministero di agricoltura il maggior lamento, che si sentì ripetere da ogni parte furono le enormi difficoltà che i produttori dei vini trovano nelle vendite. E queste difficoltà sono un fatto reale, che, considerato isolatamente, potrebbe scoraggiare ogni proprietario di terre ed ogni agricoltore dall'allargare la coltivazione della vigna. Ma questo fatto deriva da varie cagioni, che possono essere rimosse, e di non poche delle quali già sopra discorremmo. La più parte dei vini italiani per pessime pratiche in viticoltura ed in enologia non solo non sono acconci ad essere esportati dal regno come vini di uso immediato, ma il più delle volte neanco sostengono la vendita nelle nostre tante città, che pur sono grandi centri di consumazione. La sola Roma nel 1876 (non avendosi notizie posteriori al 1877, in cui il consumo non fu che di circa 400 mila ettolitri) ne consumò ettolitri 496478 >), mentre nel 1878 tutta l'Italia non ne esportava che ettolitri 525 057; ed anche nell'anno della nostra maggiore esportazione, che fu nel 1880 di ettolitri 2188 817, la sola consumazione della nostra metropoli, se pur non si fosse accresciuta, starebbe all'esportazione generale come 1 a 5,42. Nella campagna i vini si consumano senza ulteriori manipolazioni, e per buoni o cattivi, che
   Indi. Agr.; V. XI; T. I; p. 536.