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Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   società dei viticoltori
   tffl
   essere i grandi proprietari del suolo italiano. Essi risolutamente debbono uscire da quell'abbandono in cui hanno lasciato finora le loro terre. Essi debbono essere i primi a risvegliarsi in questa novella era del nostro risorgimento economico; ed i coltivatori effettivi, se essi non potranno praticamente dare opera alle coltivazioni, senza dubbio verranno fuori. Certo, se in Inghilterra i grandi possessori delle terre nou si fossero i primi messi all'opera, non sarebbero sorti tanti intelligentissimi fittuali, che hanno concorso coi proprietari ad elevare a tauta altezza quell'agricoltura. Il più interessato alla maggiore produzione delle terre è chi le possiede, ed io fo i più caldi voti, che i nostri proprietari entrino nella via che siamo venuti loro tracciando.
   Da noi si propose la Società dei viticoltori perchè, come dicemmo, ne parve che fra i grandi proprietari si manifestasse potente il bisogno ed il desiderio di migliorare questo importantissimo ramo della nostra agricoltura. Alcuni miei amici, pur aderendo alla proposta, avrebbero desiderato di convertirla in quella di una Società di agricoltura; ma alle mie considerazioni, che così fatte associazioni non possono prosperare che solo allora quando altamente se ne senta il bisogno nell'universale, e che quel risveglio, che si era mostrato in tante parti d'Italia per la coltivazione della vigna, non ancora si vedeva per l'agricoltura in generale, smisero il loro desiderio, il quale è a sperare per altro che presto possa attuarsi. E quando diciamo: « sentire il bisogno, sentire il desiderio », non intendiamo di quei bisogni, di quei desideri vagamente sentiti, per satisfare i quali uon saremmo disposti a sottoporci al benché minimo disagio; ma di bisogui e desideri sentiti fortemente, per appagare i quali non perdoneremmo nè a fatiche nè a spese, e quasi ne faremmo come la missione della nostra vita. Così si sentono, così si debbono sentire i grandi bisogni, i grandi desideri quando riguardano il proprio bene e quello del paese. Così si addiviene uomini utili a se stessi e benemeriti della patria. Noi conosciamo dei proprietari, e non pochi, in varie parti d'Italia, che alcuni anni fa non avevano alouna vigna; neppure una piccolissima per farne del vino