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GIUSEPPE DE VINCENZI
paghino un contributo annuale non troppo rilevante. Sono certo che aiuti e soccorsi non ce ne mancherebbero, specialmente da parte del Governo, il quale non fu mai scarso di incoraggiamenti a tutte le buone istituzioni, a tutto ciò che può tornare utile all'agricoltura; e anche quest'ultimo fatto della nostra convocazione ha dimostrato una volta di più quanto il Governo si iuteressi delle nostre sorti.
Io attendo con fiducia la parola autorevole dell'onorevole ministro Berti, ed intanto esprimo la speranza che il Governo voglia trattare la nuova Associazione che sorgerà come tratta le altre che hanno per scopo il pubblico bene, e per parlare di una, citerò l'Accademia dei Lincei. Ed a uie sembra che vi sia meno bisogno fra noi di eccitarci a studiare le scienze pure, che a studiare le scienze applicate alle industrie e specialmente all'agricoltura.
Quest'Associazione dovrà avere un edificio ove risiedere, che potrà anche servire di ritrovo ai soci dimoranti a Roma, i quali potrebbero a loro bell'agio riunirvisi a discutere sui problemi che tanto interessano la nostra viticoltura ed enologia. Sarebbe pure opportuno che in questo edifìzio vi fosse un laboratorio per i saggi e per gli studi che si credessero necessari, una biblioteca e una collezione di giornali, insomma tutto quello che è necessario per provvedere ai bisogni di una grande Associazione. Per non dilungarmi più oltre, darò lettura della proposta che intendiamo di fare.
« Art. 1. è instituita in Roma un1 Associazione di viti-« coltovi italiani, ordinata allo scopo di promuovere la col-« tura razionale della vite, la fabbricazione, il governo e il « commercio dei vini italiani.
« Art. 2. Un Comitato promotore viene incaricato di « preparare lo statuto e provvedere alla fondazione pratica « di questa associazione.
« Art. 3. L'assemblea dei produttori di vino prega S. E. « il ministro di designare egli i nomi delle persone costi-« tuenti il Comitato e di mettere a disposizione di questo i « mezzi necessari per questo lavoro preparatorio ».
Alla mia firma ho l'onore di dire che si sono aggiunte quelle dell'onorevole Tanari, senatore del regno, del com-