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GIUSEPPE DE VINCENZI
La differenza tra lire 1,10 (prezzo che comincia a dare al coltivatore americano, come si nota nella relazione, un qualche beneficio) e lire 1,14 non è per vero molto rilevante. Eppure i coltivatori americani estesero ogni anno la coltivazione del cotone a tal che dal 1841 al 1851 l'importazione che se ne fece dagli Stati Uniti di America in Europa è aumentata del quadruplo; e dal 1851 al 1800 questa quadrupla quantità aumentò aucora quasi del doppio, come nella stessa relazione a pag. 152 viene indicato. Può egli mai supporsi che il piantatore di cotone cominci ad avere un qualche beneficio sol quando il prezzo arrivi a lire italiane 1,10 per chilogramma? Se così fosse, il guadagno sarebbe in quest'ultimo ventennio stato tenuissimo, poiché la media generale in questo lungo periodo ili tempo tocca appena lire 1,14, dedotte le spese di trasporto, quelle per l'assicurazione, per i diritti di commissione, ed altre di questo genere che non sono poche; nè si comprenderebbe perchè con tanto slancio gli Americani siansi dati alla coltura del cotone.
Che se poi si volesse dire che dalla media generale non debbansi detrarre le spese di trasporto e le altre sovramen-zionate, ma che devonsi tenere intatte le lire 1,29; in tal caso quanto leggesi a pagina 157, cioè che il prezzo del cotone greggio era nel 1845 di lire 0,88 e nel 1848 di lire 0,75 il chilogramma, non saprebbesi conciliare con quanto riscontrasi nello stesso prospetto a pag. 180, ove è notato il prezzo medio dei cotoni greggi nel 1845 a lire italiane 1, e nel 1848 a lire ital. 0,97.
Posto inoltre che questi ultimi fossero i prezzi a cui attenerci, camberebbero tutte le conseguenze che nella relazione si deducono specialmente riguardo all'assegnato limite ultimo, a cui bisognerebbe poter produrre il cotone in Italia per non aver mai ad incontrare alcuna concorrenza nociva nella produzione degli Stati Uniti. Questo limite ultimo nella relazione è fissato a lire ital. 0,88, mentre invece, standosi al prospetto, sarebbe di lire ital. 0,97.