note ED aggiunte 455
OSSERVAZIONE 9.
Eccoci arrivati al secondo quesito che ii relatore si propone, cioè: a qual prezzo si potrà produrre il cotone in Italia?
A questo postulato si risponde nella relazione, dicendo che quel paese che potrà coltivare con profitto il cotone a quattro pence la libbra inglese, ossia a lire 0,88 il chilogramma, sarà sicuro di non incontrare mai alcuna concorrenza nociva nella produzione degli Stati Uniti.
Ma per arrivare a questa conclusione occorre appena di avvertire che bisogna ben prima precisare se il prezzo più basso del cotone iu America sia stato finora di lire ital. 0,75, oppure 0,97.
Vi ha però ben altro su cui l'attenzione dove rivolgersi. Egli è che se non fossero erronei anche gli altri dati relativi a questo particolare soggetto ed esposti nella relazione, sarebbe impossibile che l'Italia potesse far concorrenza agli Stati Uniti di America nella produzione del cotone: sarebbe cioè impossibile che in Italia il cotone potesse coltivarsi con profitto a lire ital. 0,88 il chilogramma; ma invece a questo prezzo si avrebbe grandissima perdita, perchè non si potrebbe vendere che circa il doppio, cioè lire ital. 1,76. Vediamo.
Si dice a pagina 165 che un lavoratore negli Stati Uniti produce ragguagliatamente da sei a sette balle di cotone all'anno. Suppongansi balle sei e mezzo; queste in ragione di 200 chilogrammi ciascuna corrispondono a chilogrammi 1300. Si sa che in media uu lavoratore negro coltiva ettaro 1,60; quindi per ogni ettara il lavoro di un negro darebbe chilogrammi di cotone 812. Ma il coltivatore americano non può senza perdita produrre il cotone a meno che lo venda a quattro ponce la libbra inglese, ossia a lire italiane 0,88 il chilogramma, e sulla base della produzione in ragione di
chilogrammi 812 per ettara.
Or bene, come potrà il coltivatore italiano produrre cotone senza soggiacere ad enorme perdita, se, come si dice nella relazione a pagina 163, con un buon sistema di coltivazione il prodotto medio annuale di cotone in Italia non potrà