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Opere Complete
Volume Terzo
Giuseppe Devincenzi
Giovanni Fabbri Editore, 1914, pagine 465 |
Digitalizzazione OCR e Pubblicazione a cura di Federico Adamoli
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GIUSEPPE DE VINCENZI
amor© gli studi e le applicazioni del Senatore fatti di anno in anno nei suoi campi di Cologna e del Vomano.
Egli venne, vide e riferì le esperienze fatte nei campi abruzzesi presso le marino e ne riconobbe i felici risultati.
L'agricoltura a vapore non riusciva di facile applicazione sulla maggior parte dei campi e poi non risolveva il grave problema della deficienza dei concimi. Ad essa si sostituì la cultura idraulica senza concimi azotati del commercio e senza stallatico.
11 Devincenzi fu uno dei primi in Italia a tentare la cultura idraulica e favorì sempre più la produzione delle erbe da foraggio e l'uso del sovescio. Oggi la cultura idraulica risolve anche l'altro problema della mano d'opera, e richiama l'attenzione degli agri col tori.
Il Ronna fece conoscere all'estero, specialmente in Francia, le novità agricole del Devincenzi scrivendone ampiamente nel « Bui-letin de la Société d'encouragcmont pour l'industrie nazionale », fascicolo di gennaio 1901.
Nello stesso anno lo riprodusse tradotto il Bollettino della società degli agricoltori italiani nel suo supplemento Marzo ed Aprile.
Per mezzo del Bollettino degli agricoltori si tenne viva la grande questione agraria, e la persona e l'opera del Devincenzi al principio del nuovo secolo coi nuovi problemi furono gran parte di studii.
La Ristampa oggi raccogliendo questi studi e dando materia e modo ai nuovi cultori dei campi di proseguire l'azione dei grandi offrirà abbondante esca necessaria all'agricoltura dell'avvenire.
Ecco intanto riprodotta parte degli studi del Ronna ri fere n tesi all'opera agricola del Devincenzi.
L'impiego dell'acqua come forza motrice per mettere in azione le macchine per la lavorazione del suolo equivale, da un lato, a una riduzione di quattro quinti sul costo ordinario del lavoro degli animali, e, d'altro canto, siccome l'acqua è disponibile così in autunno come in primavera, l'agricoltore è sempre padrone dell'ese-
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