GIUSEPPE DEVINCEN2Ì
Gli apparecchi di trasmissione.
Il canale di derivazione, della lunghezza di circa 100 metri, costruito in legno su cavalietti, si dirama dal canale d'irrigazione, che deriva le sue acque dal torrente Vomano.
La presa d'acqua del canale d'irrigazione, posta a 60 metri sul livello del mare, nel Comune di Canzano, fu concessa, nel 1819, dal Demanio per alimentare il molino di Torrio. Di una lunghezza totale di 15 chilometri, dopo che fu prolungato a partire dal molino, con una pendenza media di 2,03 per mille, il canale ha la portata di 3 metri cubi per secondo.
Il canale di derivazione sbocca sopra una botte di legno troncoconica (castello d'acqua) di 1 metro di diametro alla sommità e di m. 1,40 alla base del cono alto 13 metri. Costruito in legno e cerchiato di ferro, questo castello (l'acqua è munito di un fondo nel quale è praticato un orifizio da cui deborda la colonna d'acqua, la cui potenza di caduta venne calcolata di 70 cavalli circa.
Il motore consiste di una ruota larga 1 metro e di 1 metro di diametro, con dieci palette piane di legno, che riuniscono dei dischi esteriori pure di legno.
L'asse di rotazione del motore mette in azione una puleggia a gola di 2 metri di diametro che, mediante una fune, trasmette la forza ad una puleggia motrice di m. 1,50, montata sopra una costruzione a cavalletto, con zoccolo di traversine poggianti su muratura.
Questa disposizione, indicata dalle sezioni verticali dello schema è così semplice che può essere attuata in qualsiasi località senza l'aiuto di un ingegnere; essa importa una spesa di 2 a 3 mila lire, secondo la lunghezza del canale di derivazione. Così nulla, sia dal lato della spesa come da quello del meccanismo, nulla pone ostacolo all'installazione di consimili motori per il lavoro di tutto un distretto, quando si possieda una sufficiente caduta d'acqua.
Una fune telodinamica, quale quella che per primo Hirn ne propose l'applicazione, trasmette la forza alla puleggia motrice, raccordata da una carrucola a un doppio tamburo sul quale sono