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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   522 OPERE COMPLÈTE
   nostra riva adriatica, dominata da correnti che le melme tutte de' numerosi fiumi vi depongono. Si prolunghi il molo di Ortoua, se ne costruisca pure uno nuovo pili distante dal lido: si faticherà, si spenderà per una generazione e poi... Dicasi lo stesso di Penna. Io non conosco quella costa: mi si dice che siavi molta profondità a pie' di una collina sulla quale rompendosi il mare con immensa forza, le onde dal vento incalzate, dalla rupe respinte, non solo sostengono la profondità, ma scavano sempre più. Spaventa l'immaginazione lo spendio che farebbe d'uopo a riassicurar da venti quel gorgo- ma tutto è possibile. Si farebbero tali opere da render tranquillissimo quel fragoroso pelago. Ebbene, chiusi i marosi in dolce calma, arrestati i tempestosi cavalloni che rodevano e scavavano, il colmarnento incomincia. Al contrario i porti-canali di Sinigaglia, di Pesaro, di Bimini sono là da più secoli formati da poveri fiumi col solo aiuto di moli prolungati. Fa stupore il vedere nel primo due o trecento bastimenti inoltrarsi sino alla città in tempo della famosa fiera, scaricarvi le merci, attenderne la fine colla massima sicurezza, sembrando in distanza una selva in terra ferma, e ripartirne carichi a bell'agio. Eppure quel fiume non ha il quinto di acqua della Pescara. Ma poi a chi gioverebbe un porto nella punta di Penna? Non affatto ai due Abruzzi ulteriori, che nulla potrebbero spedirvi per terra, attesa l'eccessiva distanza e difficoltà di aprire strade rotabili da Pescara, da Chieti e da Lanciano stessa, che essendo la più prossima ne è divisa da interminabili boscaglie. La spesa poi della strada per giungervi da Pescara, per un 30 miglia in circa, sorpasserebbe di molto tutta la somma progettata per il porto di questa.
   Facciamo voti che i nostri ingegneri, consultando piuttosto la nostra povertà che la loro gloria, prendendo a modello i vicini più che i lontani, quelli che han terra e mare tìsicamente simili e non quelli di altre terre, di altri mari, di altra opulenza, di altri costumi, preferiscano e raccomandino Pescara, e si abbiano così le benedizioni di 700 mila abruzzesi che sono impazienti di riavere una marina me-

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