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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   DI PANCEAZIO PALMA 525
   il solo prodotto che andrebbe a ritrarsi da essi compenserebbe in pochi anni le spese necessario alla costruzione della strada. Né queste spese sarebbero pur troppo ingenti, quando mettendosi da banda la grandiosità e la magnificenza, ciò eh'è sol necessario si volesse. Non calcolando il tratto di 6 a 7 miglia da Teranio a Montorio, il cui progetto d'arte è già approvato, da quel comune a Poggio Umbricchio la sponda del Vernano è per lo più larga in guisa da pò-tervisi costruir la via con ordinaria spesa. Di là, dovendosi lavorare su pel detto fiume sia nell'una sia nell'altra sponda, facili a congiungersi con brevi ponti attesa la strettezza dell'alveo e la fermezza del suolo ch'è di duro tufo da non abbisognare di fondazioni ed attesa l'abbondanza di grosse pietre, si taglierebbe la traccia sul sasso innalzandovi quindi dei muri parte in fabbrica e parte a secco, e riempiendoli con pietrame sinché formassero una sufficiente larghezza; oltre qualche catena di fabbrica o ponte sui fossi influenti. Il proposto andamento essendo basso e per lo più rivolto a mezzogiorno, poco o nulla è soggetto ad esser ingombro da nevi, anche nell'inoltrato inverno sino alla gola Treter-mini, una delle più facili tra quante ne attraversano gli Appennini, la quale così chiamata anticamente perché divideva le pertiche di Ami terno, di Penne e d'Interamnia, conserva tuttora lo stesso nome perché divide le tre diocesi. Di là per Pizzoli o per altra più comoda giacitura di suolo scender la via dovrebbe al piano che mena all'Aquila, ed alla strada la quale unisce quella città a Eieti. L'indicata direzione è ad un di presso quella seguita da' romani nel tramite che vi costruirono, come si può rilevare da due ruderi di ponti rimasti sul Vernano, uno ad un miglio e più al libeccio di Tottea, e l'altro al di sotto di Poggio Umbricchio, ma piucchemai dalla colonna miliare'rOIIII esistente in detto castello, dedicata agl'imperatori Valenti-niano Valente e Graziano, che furon forse restauratori di detta via. Tali ruderi di ponti mostrano un'antichità veneranda, essendo costrutti di grosse pietre incassate senza cemento, ed una ve ne rimane lunga palmi IS^larga 4 ed alta 3. Se non che appare dall' ultimo ponte che la strada

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