DI PANCRAZIO PALMA 527
e renderebbe l'Aquila centro di notevole traffico fra gli stessi due mari.
L'utile maggiore però di questa strada deriverebbe dal facile e lucroso smercio de' legnami di abete, di faggio, di cerro, e di altri pregevoli alberi che or sono bruciati per ingrasso o cadono consumati da vecchiaia. Sarebbero allora ridotti a travi, a tavole a carbone, fornirebbero Aquila, Teramo ed i marittimi nostri paesi liberandoli dal bisogno dei legnami dell'austriaco impero. In tal modo acquistando quei vegetatoli un valore per la facile estrazione dalle native rupi, i boschi sarebbero custoditi da proprietarii, rinnovati con tagli periodici e regolari conservandone gelosamente le ceppaia. Mediante la strada diverrebbero accessibili alle autorità vigilatrici delle foreste che potrebbero allora solo curarne la conservazione.
Finalmente se mai la nostra speranza di rinvenire una considerevole miniera di carbon fossile nella parte superiore della nostra regione si verificasse, la strada in parola ne agevolerebbe le ricerche e darebbe l'agio di condurlo ai due mari.
E per dir tutto, la strada medesima si avvicinerebbe alle sorgenti minerali sotto Ripa Rattoni ed a quelle del tenimento di Fornarolo, nella contrada che tuttora ritiene il nome di bagno, ove ruderi di romana costruzione ci attestano che i nostri remoti antenati ne profittavano, avvalendosi della strada sino a' dì nostri nomata Salaria, la quale quale ora dovrebbe restaurarsi; ed allora non mancherebbero privati speculatori, i quali vi costruirebbero vasche e fabbriche onde accrescere le medicali nostre risorse e liberare tanti malati dal bisogno di cercarle all'estero con significante dispendio.
Ohe giova però magniflcare i vantaggi di un' opera pubblica se non si additano i mezzi almeno possibili di porla ili atto! Sperare che colle poche risorse dell'una e dell'altra provincia già distratte m altre costruzioni potesse sorgere, sarebbe lo stesso che sperare un impossibile. Lusingarsi che il E. Tesoro possa caricarsene per intera, sarebbe un pretender troppo. Ebbene si supplichi la sovrana