Stai consultando: 'Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850) ', Giovanni Palma (a cura di)

   

Pagina (585/626)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina      Pagina


Pagina (585/626)       Pagina_Precedente Pagina_Successiva Indice Copertina




Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

Aderisci al progetto!

   
[Home Page]




[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   t>f PANCKAZIO PALMA 53£>
   nersi, se prima le fabbriche del porto e di tutte le sue pertinenze non sieno perfezionate e non vi sia sorta una città.
   Tutti lodano a ciclo la terra di Bari ed in certo modo rimproverano alle altre provincie il non aver, come quella, prosperità e ricchezze. Facile ma lungo sarebbe il rintracciar le cagioni di tal diversità. Se ne dica sol una: l'abbondanza di piccoli porti. Se ne costruiscano, nelle marittime città dal Gargano al Trouto, quanti ne sono nella Peucezia e si torni poi dopo a stabilire il confronto. Termoli, dunque, Vasto, S. Vito, Ortona, Pescara abbiano piccoli porti da ricoverar ciascuno 10 o 20 barche indigene da traffico, che inutili o impossibili sono le grandi. Dove non può esser porto si costruiscano caricatoi come in Giulia, in Silvi, in Francavilla: si promuova con privilegi la popolazione del litorale ora quasi deserto, ma non per colpa degli abitanti: si accordi a chiunque vi trasporti il domicilio esenzione da tasse: si distribuisca sale e tabacco a più modico prezzo: si dia gratuitamente il suolo per innalzarvi le case e vedrassi così cangiar ben tosto d'aspetto il nostro litorale.
   Oh! ben troppo fortunato il nostro reame se tutte le marittime provinole fossero provviste di piccoli porti come quella di Bari! Sappiasi ch'essa, giusta le relazioni pubblicate da S. E. il Ministro dell'Interno, estrae in ciascun anno su i propri navigli, merci del valore di quasi tre milioni di ducati, mentre quelle esportate anche su' proprii legoi da tutte le altre province marittime del regno, esclusa la sola provincia di Napoli, oltrepassa di poco i due milioni (v. Ann. civ., fase. III). Eppure non vi è in quella provincia alcun porto per navi da fila! Oh quanto sarebbe da meditarsi in quelle tavole aggiunte alle accennate relazioni! Di quanti corollarii sarebbero feconde! Chi crederebbe che la barese provincia estrasse nel 1838 su legni proprii, 49 specie di manifatture? Or poche delle une e delle altre ve ne avrà che i due marittimi Abruzzi non potrebbero offrire al commercio, se avessero l'opportunità di esportarli da più punti. Questi generi, che forse non giungerebbero a formare il pieno carico di una nave, si trasportano da' piccoli legni e il più delle volte sol per non partirsene vuoti.

Scarica