DI PANCKAZIO PALMA 541
l'orfanotrofio, il palazzo e l'archivio, le più salubri prigioni, l'istruzione de' giovani castellani nelle finezze della massima fra le nostre manifatture, le cattedre di Legge e di agricoltura aggiunte al Beai collegio, già fiorente per esattezza disciplina e scrupolosa educazione, le due scuole di veterinaria in Teramo ed in Penne ed altri stabilimenti i quali non sorsero che dietro i voti delle precedenti sessioni.
Rallegriamoci dei vantaggi ottenuti e del ben essere generale della provincia, il barometro del quale è senza contrasto l'aumento progressivo e costante della popolazione. Questa non consisteva nel 1816 che in 170 mil'anime ad un bel circa. Lo straordinario flagello del 1817, qui più che altrove avendo infuriato per particolare circostanze, ne sterminò oltre i 30 mila. In un decennio però (come ordinariamente avviene negli accidentali disastri) la perdita fu riparata, ed in un secondo simil periodo il numero è asceso a 204 mila. Tale straordinario accrescimento,' superiore a quello di ognial tra contrada del regno, sorprese siffattamente il dotto autore ') di un pregevole opuscolo sullo stato attuale del regno, impresso in Napoli nel 1833, che ne domandò la cagione al nostro sommo letterato fu sig. Delfico, il quale rispose conghietturando potersi forse attribuire alle emigrazioni de' contadini marchigiani. Ho io verificato che queste, sebbene considerabili negli anni anteriori al 1817, cessarono in quell'epoca ed anzi avvenne qualche retrocedimelo. Quindi il progresso sol debbe attribuirsi all'interna prosperità. Tutto promettendo un sussecutivo aumento, potrà benissimo la cifra degli abitanti ascendere fra altri dieci anni ai 240 mila.
Certamente però molto restaci a desiderare: molto a chiedere ed adoperare; ciò che noi vedremo nel corso delle sedute nelle quali i miei colleghi, per talenti, per prudenza, per integrità scelti fra mille, porranno in comune le loro cognizioni ed il loro illuminato aruor patrio, col nobilissimo 'scopo di procurare al paese sensibili e sicuri, ancorché lievi, miglioramenti, non alle nostre brame ma alle nostre poche risorse rispondenti.
Il sig. Duca di Veutiguano,