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Opere Complete di Pancrazio Palma (1781-1850)

Giovanni Palma (a cura di)
Giovanni Fabbri Teramo, 1912, pagine 572

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a cura di Federico Adamoli

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   546 OPEEE COMPLETE
   boschi sono mal descritti, sbagliati, trascurati, taciuti, non meno da autori esteri che nazionali; tanto da quelli de' secoli trascorsi quanto da' viventi; non pure nelle opere ma anche nelle carte geograflche nelle quali la provincia nostra, sebbene esista da 160 anni, pure in molti non viene segnata, continuando a prospettarvisi due soli Aprimi: citra ed ultra; ed in una di letterato napolitano vivente si nega a Teraroo il solito segno di capo di provincia.
   E facendosi da capo a rimirare i classici latini e greci, possiamo asserire che sbadatamente fummo da essi descritti, lasciando agli archeologi interminabili discussioni. Eccone un esempio. Può dimostrarsi che i quattro popoli i quali occupavano il snolo della provincia attuale: i Testini cisap-penniui, gli Atriani, i Pretuziani ed i Truentini furono prima Stati indipendenti, poi alleati dei romani o municipi, ed in tal qualità furono dopo la guerra sociale aggregati alla romana cittadinanza, incardinati alla tribù Velina insieme con tutto il vero Piceno sino all'Esio, come costa da più lapidi pretuziane e, per Truento, da due epigrafi disotterrate nel 1845 dal sig. Giuseppe De Santis fuori il perimetro di quella distrutta città. Fu allora, a mio avviso, e non prima, che avemmo qualche nesso co' Piceni e più ne avemmo per la rammentata divisione dell'Italia fatta da Augusto. Intanto Plinio che scriveva dopo, al quale è stato ben applicato il passo di Grazio « brevis esse labaro óbscurus fio » parlando del Piceno, poiché menzionando i Vestini transap-pennini nella quarta regione era trascorso a nominare le città dei cisappennini Penne ed Angolo, non parla più di esse nella quinta regione ubi, egli dice, Ager Hadrianus, cum amne.... Piumino, Albulates, Suinum, Elvinum quo finitur Prae-tutiana Regio et Picentium incipit. Dunque, dicono alcuni, il Piceno non oltrepassò il fiumicello Piomba ove comincia l'agro atriano. No, altri rispondono, non giungeva che all'El-vino. E quale de' nostri fiumi era così chiamato? La librata, dicono gli uni, altri il Salinello, altri il Tesino; edfil Calepino da al Piceno per termine meridionale il Tronto. Eppure Strabene colla sua esattezza scrisse: Aternum Piceno confine ejusdcmque nominis flumen, quod Testino» a Marruccinis

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