DI PANCBAZIO PALMA 547
dirimit. E lo stesso Plinio, cominciando a parlar de' Picefli, aveva detto: Tenuere ab Aterno amne ». Quel palmense agro dove era mai? A Torre di Palma, dicono i marchigiani. No, ripiglia il nostro socio sig. Nemesio Ricci, in eruditissimo opuscolo, era quel tratto di terreno che intercede fra il Sa-linello e la Vibrata, che si credette finora unito al vecchio Pretuzio: mentre l'abate Romanelli situò l'agro palmense nella parte marittima del Pretuzio, ov'era Oastronovo; nell'atto che il sig. Giuseppe del Ee lo pone tra la librata ed il Tronto. Il sig. Gio. Berardino Delfico al contrario, nella Interamnia Praetutia, non trovando altro indizio o monumento di quest'agro Palrneuse, convenne col Biondo di doversi leggere Ager pinnensis, nel che fu seguito dal Palma; ma a mio credere non bene si apposero, per aver Plinio nominata la città pinnense tra i vestirà descrivendo la quarta regione. Or tali quistioui, di poco momento invero, non emergono che dalla oscura brevità di Plinio e degli altri classici. Eppure la nostra provincia attuale dovea essere ai romani notissima per le molteplici strade che vi coincidevano, poiché non meno di cinque o sei consolari si riunivano lungo la nostra marina da Castro Truentino ad Aterno. Eran queste la Salaria, costruita Hadriam usque, la quale venendo da Roma per Introdoco, Ascoli, Castro Truentino e Oastronovo finiva in Atri; la Valerla che pei Marsi, per Corfinio, Interpromio ecc. era drizzata ab urbe Hadriam, per Valeriam; la Elaminia la quale al) urie per Picenum, Anconam et inde Brundmium trascorreva per la nostra spiaggia; nel mentre che altra strada veniva da Settempeda a Castro Truentino. Nell'itinerario di Antonino, segnandosi la via a Mediolano per Picenum et Campaniam, dopo il castello Firmano si rincontra Castro Truentino, Castro uovo, Macrino, Salino ecc. E ciò senza contare le due traverse: una dai contorni di Amiterno alla sorgente del Vomano a Teramo ed alla foce di detto fiume, l'altra dalle vicinanze di Scaptia per la valle del Salinello al mare. Questi due ambiti erano consolari, come si rileva dalle miliarie superstiti, tuttoché non menzionati negli itinerari. E se miriamo ai campati