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rii (Ieri degli antichi monumenti, alle superstiti lapidi di Te-ramo, alle famose monete di Atri ed a quelle testé scoverte a Penne colla leggenda Ves., già attribuite a Vescia da Miouet, Avelline e De Dominicis, possiani conchiudere che queste furono ragguardevoli città.
Eapporto ai loro prodotti, erano noti agli antichi autori i vini pretuziani, le pecore, le lane e le tìguline atriane, i formaggi della verdeggiaute Penne, sebbene si tacciano sui purpurari truentini, che costano da lapide. Con tutto ciò quanto poco, e quanto inessattamente di noi si narra da vetusti scrittori?
Dopo questi scenderò ai classici italiani e principalmente al Boccaccio, che volendo indicare un paese quasi incognito e lontanissimo, fa dire ad un interlocutore che l'Abruzzo è lontano più di millanta miglia: tanto lo conosceva! Altri dotti credettero identici Abruzzo e Brutium. Essi però sono scusabili in quanto che sentendo Abruzzo non potevano dirlo in latino che frugando i latini autori. In essi era impossibile trovare Aprutium, vocabolo non nato a' tempi romani ed al contrario vi rinvenivano Brutium e credettero che questo fosse il latino di Abruzzo. Così il veneziano Francesco Colonna, autore di un'opera di meravigliosa fantasia, scritta nel 1467 per isfogare il suo amor platonico tanto in uso pei letterati di quei secoli, intitolata « Hypuerotomachia », dice che la sua eroina era nata « nell'antica gente Bruzia, in una città che Teramo si chiama ». Così lo scrittore della vita della B. Cristina da Lucoli la dice Aquilae in Brutiis oriunda. Ed il Calepino delle prime edizioni pone Solmona in Bruti is. Il vocabolario di Torino, alla parola Brutiani, che dice essere servi dei magistrati romani per ignominia, mette per volgare « Abruzzesi: Brutia pix » Pece inventata dagli abruzzesi ! Nella giunta per le città ecc. al contrario, la parola Brutiani si traduce per: Calabresi. Vedete sapienza de' lessici che ci si oppongono come autorità irrefragabili, particolarmente dai dotti delle due provincie contermini, che temono di degradarsi accordando a Teramo, o piuttosto al suo contado, il meschinis-